Morto Rocco Di Blasi, paganese, maestro del giornalismo italiano e di impegno civile

Lasciò una brillante carriera di studi per dedicarsi alla politica, al sindacato e alla passione di raccontare la società e alla difesa di chi aveva bisogno

È morto per i postumi di una caduta un maestro del giornalismo italiano che non aveva mai reciso i suoi rapporti di amici con quel gruppo di giovani che fece la storia del Partito comunista negli anni Settanta, in particolare nell’Agro nocerino. Rocco Di Blasi, nato a Pagani il 2 giugno 1948, città della quale fu anche consigliere comunale per il Pci, frequentò il liceo classico “G.B. Vico” di Nocera Inferiore, dove fondò assieme ad altri studenti il giornale scolastico Top, e si laureò in filosofia (110 e lode) all’Università di Napoli, vinse una borsa di studio Svimez-Cnite per le nuove tecnologie dell’educazione (stage in Scozia presso l’Università di Glasgow), una seconda borsa di studio si avvia ad una brillante carriera universitaria, ma la passione dell’impegno civile preso il sopravvento.

L’IMPEGNO POLITICO
Lascia il mondo accademico negli anni Settanta per diventare funzionario dell’Alleanza contadini, il sindacato dei braccianti e in generale dei lavoratori nel mondo agricolo. Poco dopo è alla “Stampa e propaganda” della federazione Pci. Diventò uno degli organizzatori della campagna per il divorzio, per la legge Basaglia (la chiusura dei “manicomi”) a Nocera e tra i primi organizzatori delle feste dell’unità a Salerno. Una sera, finita la manifestazione fu l’unico “compagno” a smontare il palco. A dargli la mano fu un giovane studente di Medicina, con la barba lunga e che era solito suonare la chitarra, neanche iscritto al Pci. Quello studente era Vincenzo De Luca, attuale Governatore della Campania. In quel periodo, nel Pci del capoluogo salernitano, c’erano anche un altro giornalista di rilievo, Michele Santoro, l’intellettuale Filiberto Menna, il notissimo critico d’arte italiano Achille Bonito Oliva e l’architetto Roberto Visconti (futuro senatore e consigliere comunale a Nocera Inferiore).

IL GIORNALISMO
A Salerno si afferma la sua passione giornalistica. Scrive per l’Unità e La Voce della Campania. Dal 1976 al 1980 è capocronista della sede napoletana de “l’Unità”. Seguirà il terremoto del 1980 per l’Unità, memorabile una delle ultime interviste al sindaco Marcello Torre, primo cittadino ucciso per mano camorrista per essersi opposto al malaffare. Dal 1986 al 1991 è redattore capo dell’importantissima redazione emiliano-romagnola del giornale fondato da Antonio Gramsci. Nel 1991 diventa redattore capo centrale dell’Unità. Dal 1992 è fondatore, direttore responsabile del settimanale “Il Salvagente”, di proprietà di una cooperativa di giornalisti, uno dei primi e più autorevoli giornali per i consumatori che aveva la sua sede centrale a Bologna, dove si era trasferito anche Di Blasi.

MAESTRO DI GIORNALISMO
Alla redazione a Napoli dove lavorò tra il 1976 e il 1980 come capocronista de l’Unità lavoravano anche dei giovani Antonio Polito, poi Corriere della Sera e una della maggiori firma del giornalismo italiano; Luigi Vicinanza ex direttore de la Città, Il Centro, L’Espresso e Il Tirreno; Marco De Marco già direttore del Corriere del Mezzogiorno; Federico Geremicca (La Stampa e La Repubblica); Maddalena Tulanti ex direttore del Corriere del Mezzogiorno a Bari e Franco Di Mare, attuale direttore di Rai 3. Con Il Salvagente aprì il giornalismo alla difesa dei consumatori, avendo individuato in questa categoria la parte debole di una società dove le aziende avevano sempre più un potere opprimente e senza più intermediazione di una politica in disarmo.

IL LEGAME CON L’AGRO
A Pagani e Nocera rimase sempre legatissimo. Specie nella città alfonsiana che lo vede consigliere comunale assieme a Fernando Argentino di Salerno, due consiglieri del Psiup (tra questi Diego Cacciatore), un socialista, un socialdemocratico, 17 democristiani e 7 del Movimento Sociale.

L’INTERVISTA CON MARCELLO TORRE
In un’intervista rilasciata a Mario Avagliano, pubblicata su La Città nel 2004, Di Blasi raccontò di aver conosciuto Marcello Torre, sindaco di Pagani, ad un’assemblea di contadini e operai a Nocera nel dicembre del 1980, dove il primo cittadino paganese fece un intervento molto preoccupato sulla situazione post terremoto e non solo per i postumi del sisma in sé. «Scrissi un articolo su di lui che si concludeva con una sorta di presagio: Torre ha paura, anche perché “gli assassini nell’Agro nocerino girano a piede libero e, presumibilmente, a mano armata”. Non era un pezzo di stretta attualità e il giornale decise di rinviarne la pubblicazione. Alle otto di mattina del giorno dopo – l’11 dicembre 1980, ndr -, Torre venne ammazzato dalla camorra. L’Unità pubblicò il mio pezzo senza modificare una virgola, con una breve introduzione in cui si spiegava come e quando era nato l’articolo». Un pezzo perfetto.

IL RICORDO DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI
Ottavio Lucarelli, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, su Facebook ha scritto:
«“I ragazzi di via Cervantes”. Rocco Di Blasi ci ha lasciato con questo ultimo articolo, pubblicato sulla rivista Infiniti Mondi di Gianfranco Nappi. Salernitano, capo storico negli anni Settanta della redazione napoletana dell’Unita’ con Maurizio Valenzi sindaco. Da diversi anni Rocco si era trasferito a Bologna. Chi sono i suoi ragazzi di via Cervantes? Gigi Vicinanza, Marco Demarco, Vito Faenza, Antonio Polito, Mario Riccio, Federico Geremicca e tanti altri. Anni di giornalismo vero lontanissimo dalle FAKE news e dai gossip di oggi. Giornalismo vero grazie Rocco».

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