1° rapporto del Progetto Technoscientific Issues in the Public Sphere (TIPS) condotto dall’Unità di Ricerca PaSTIS del Dipartimento di Filosofia, Sociologia, Pedagogia e Psicologia Sociale dell’Università degli Studi di Padova coordinato dal Professor Federico Neresini
La comunicazione pubblica della tecnoscienza, cioè scienza e tecnologia considerati nel loro insieme, è risultata fortemente modificata dalla pandemia. Ma se tale cambiamento non è difficile da constatare, non è invece affatto semplice stabilirne l’entità e le caratteristiche. Per misurare e analizzare l’impatto della pandemia sulla copertura mediale della tecnoscienza, il gruppo di ricerca PaSTIS, coordinato dal sociologo dell’Università di Padova Federico Neresini, ha realizzato uno studio sull’attenzione dedicata alla tecnoscienza dai principali quotidiani italiani durante il 2020 mediante il progetto TIPS (Technoscientific Issues in the Public Sphere).
«Questo progetto è nato una decina d’anni fa con l’obiettivo di monitorare la presenza quantitativa e l’evoluzione qualitativa della tecnoscienza nel discorso pubblico. Tramite una piattaforma web appositamente costruita – spiega Federico Neresini – vengono raccolti e sottoposti ad analisi automatica i testi degli articoli pubblicati dagli otto principali quotidiani italiani (la Repubblica, Corriere della Sera, Sole24Ore, la Stampa, il Giornale, Mattino di Napoli, Messaggero e Avvenire) insieme ai relativi metadati. Quello che abbiamo osservato lo scorso anno sono una serie di profondi cambiamenti sulla rilevanza e sui contenuti del discorso pubblico relativo alla tecnoscienza dovuti alla pandemia».
Tali cambiamenti sono visibili, in primo luogo, sotto il profilo quantitativo. La rilevanza della tecnoscienza sui quotidiani è stata misurata in termini di salienza, ovvero la quota di articoli caratterizzati da un significativo contenuto tecnoscientifico sul totale degli articoli pubblicati dalle stesse fonti durante il medesimo periodo di tempo. La salienza dei temi scientifici è passata complessivamente da una media di 4,49 nel periodo 2016-2019 al 5,84 nel 2020. Si tratta di un incremento decisamente marcato, dal momento che guadagnare il 30% in più di attenzione mediale da parte della tecnoscienza è davvero molto se si considera la forte competizione che i vari ambiti tematici devono sostenere per trovare spazio sui quotidiani. Ma gli effetti della pandemia sulla comunicazione pubblica della tecnoscienza sono evidenti anche sotto il profilo qualitativo. Prima del 2020 l’esplorazione spaziale, le tematiche ambientali, la ricerca biomedica e le neuroscienze costituivano alcune delle principali tematiche di lungo periodo di cui si alimentava la copertura mediale della tecnoscienza. Ma tanto gli argomenti, quanto le parole chiave legate al coronavirus hanno tuttavia profondamente indirizzato la comunicazione giornalistica del 2020.
Cosa emerge dalla ricerca.
LE PAROLE DI COVID-19
Nel quadriennio 2016-2019 le prime dieci parole della tecnoscienza riguardano l’intelligenza artificiale e le neuroscienze a cui si aggiunge un forte interesse per i bambini e la salute. Nel 2020 molte di queste parole spariscono dalle prime posizioni, scalzate da altre quali test, vaccino e coronavirus; si osserva inoltre un riposizionamento di alcune parole che con la pandemia sono state investite di significati e interessi diversi: virus, che balza dall’ottavo al terzo posto; università e studio, ma anche bambini, per i quali almeno in una prima fase della pandemia c’è stato un interesse specifico. Nell’insieme, la triade test-virus-vaccinoè molto più rappresentata delle altre parole legate alla tecnoscienza nel 2020.
LE PAROLE DELLA TECNOSCIENZA
Si può osservare una certa persistenza di parole legate alla tecnoscienza nel quadriennio precedente: i temi maggiormente richiamati da tali parole sono quelli legati all’ambito dell’oncologia e della salute, delle neuroscienze, dell’intelligenza artificiale, della ricerca universitaria e degli animali. Il 2020 mostra un panorama profondamente diverso, poiché le parole della pandemia hanno mutato profondamente le loro caratteristiche preminenti, appropriandosi anche di parole già presenti, ma ridisegnandone il significato, come nel caso di paziente.
I TOPIC NEL TEMPO
Anche la configurazione dei principali argomenti tecnoscientifici che hanno attratto l’attenzione dei media è stata significativamente ridisegnata. Il peso relativo del topic “Malattie virali, virus e pandemie” (93,06), per esempio, è tre volte quello di “Ricerca vaccini” (28,06). Assieme a “Epidemiologia e analisi di laboratorio”, questi tre topic hanno di fatto orientato buona parte della comunicazione della tecnoscienza per il 2020. Inoltre, mentre “Malattie virali, virus e pandemie” ed “Epidemiologia e analisi di laboratorio” sono due topic specifici del 2020, si osserva una ricontestualizzazione delle parole che compongono il topic “Ricerca e vaccini”: i vaccini, per esempio, sono infatti quelli contro il coronavirus. Ridimensionato risulta invece il peso di topic ben rappresentati negli anni precedenti, quali quello relativo alle telecomunicazioni e al digitale e quello relativo all’oncologia. “Malattie virali, virus e pandemie” ed “Epidemiologia e analisi di laboratorio”, già presenti negli anni precedenti ma connessi a diversi allarmi (influenza A/H1N1, SARS, Ebola, AIDS), nel 2020 vengono orientati dalle specificità del COVID e allo stesso tempo spinti in alto, riducendo di converso la rilevanza di alcuni in passato più preminenti.
LO SHARE DEGLI SCIENZIATI
Alcuni nomi sono diventati noti al pubblico dei media solamente con la pandemia: Walter Ricciardi, Anthony Fauci e Andrea Crisanti. Concentrandoci solamente sugli articoli caratterizzati da un maggiore riferimento alla scienza, il panorama muta e figure non direttamente implicate nella gestione della pandemia ma più legate a una competenza specifica – come i virologi Roberto Burioni e Ilaria Capua – guadagnano visibilità. Negli articoli che non fanno riferimento alla scienza il risultato è invece simile a quello generato dalla classifica generale (qui i nominativi sono stati menzionati anche in articoli di politica, società e altri argomenti) e i primi esperti scientifici sono Walter Ricciardi, Silvio Brusaferro, Anthony Fauci, Andrea Crisanti e Massimo Galli. Così le prime posizioni nel caso di articoli a contenuto scientifico sono occupate da Roberto Burioni, Andrea Crisanti, Ilaria Capua, Fabrizio Pregliasco e Massimo Galli. In testa alla classifica dello share fra gli articoli senza contenuto scientificotroviamo invece Walter Ricciardi, Silvio Brusaferro, Anthony Fauci, Gianni Rezza e Andrea Crisanti.
LO SHARE DELLE ISTITUZIONI
Nella classifica generale di tutti gli articoli, le prime posizioni sono occupate dalle principali istituzioni nazionali legate alla pandemia: l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto Spallanzani di Roma, il San Raffaele di Milano, il CTS governativo, la Johns Hopkins University. A queste si affiancano Pfizer e AstraZeneca e BioNTechSE. A tenere testa alle istituzioni e alle aziende legate alla pandemia sono solo i nomi di alcune aziende del settore tecnologico (Apple, Tesla), insieme ad alcune istituzioni del settore ambientale (Legambiente e ARPA). Guardando la classifica basata sui soli articoli a contenuto scientifico, notiamo l’ingresso di istituzioni appartenenti ad altri ambiti rispetto alla pandemia: Agenzia Spaziale Europea, NASA e Agenzia Spaziale Italiana, segno di quanto la ricerca astronomica e l’esplorazione dello spazio siano tradizionalmente presenti sui media italiani. Quando prendiamo in considerazione solamente gli articoli privi di contenuto scientificoqueste istituzioni infatti spariscono, indice che molte delle istituzioni legate alla pandemia appaiono sui media non solo quando si parla di Covid all’interno di articoli dal prevalente contenuto scientifico, ma anche nel contesto di articoli maggiormente legati ad altri domini tematici, come per esempio quello della politica, della cronaca o dell’economia.