Dopo l’arresto in flagranza di reato a febbraio di un 30enne che aveva intascato 17mila euro per una procedura esecutiva immobiliare, accolto l’appello cautelare della procura nei confronti di un altro indagato. Si attende ora l’eventuale pronuncia della Cassazione
Il 9 febbraio scorso, i finanzieri del Nucleo di polizia economica e finanziaria di Salerno eseguivano un arrestarono in flagranza di reato M.G.D., trentenne di Baronissi subito dopo aver intascato una mazzetta per conto di terzi suoi mandanti, da 17 mila euro, consegnatagli da un imprenditore edile a seguito di pressanti richieste. L’imprenditore aveva in corso, presso l’Ufficio Esecuzione Immobiliare del Tribunale di Nocera Inferiore, una procedura esecutiva immobiliare che aveva portato al pignoramento in suo danno di cinque immobili.
Alcuni pubblici ufficiali nominati ausiliari del Giudice dell’Esecuzione, ovviamente a sua insaputa, avevano insistentemente chiesto denaro all’imprenditore per favorirlo nella procedura. Le indagini dirette dal pm Angelo Rubano e dal procuratore Antonio Centore hanno acquisito concreti elementi circa la sussistenza del reato di concussione commesso dal custode giudiziario C.R. e dal consulente tecnico d’ufficio C.S. – nominati dal Tribunale nell’ambito della procedura esecutiva – in concorso con il trentenne M.G.D. che materialmente ritirava per loro conto la mazzetta di 17mila euro. Nell’immediatezza, però, il G.I.P. emise solo misura interdittiva nei confronti del consulente tecnico C.S. mentre riteneva insufficienti i riscontri con riguardo al custode giudiziario C.R. ed al predetto M.G.D., che riteneva avesse agito in buona fede nel ricevere le somme di denaro.
In seguito ad appello cautelare proposto dalla procura di Nocera, il Tribunale del Riesame ha ritenuto la sussistenza della gravità indiziaria anche per M.G.D. e per il custode giudiziario C.R. e, nei confronti di questi, ha disposto gli arresti domiciliari, che potrà essere eseguita dopo la definitività del procedimento cautelare, qualora l’interessato dovesse proporre ricorso in Cassazione.