Il Tar dà ragione all’ente consortile
Il tribunale amministrativo della Campania, sezione di Salerno, ha accolto il ricorso del Consorzio di Bonifica bacino del Sarno, dei Torrenti vesuviani e dell’Irno, contro il Comune di Angri, la Regione Campania ed il Ministero dell’Interno, relativo alla rimozione dei detriti ed al dragaggio lungo l’argine di Rio Sguazzatorio. Il Tar ha annullato l’ordinanza dell’ente angrese emessa il 2016, riguardante la pulizia del Rio, nonché il ripristino del corso d’acqua e dello stato dei luoghi. Il Comune di Angri non si è costituito in giudizio. Il primo cittadino, nel 2016, aveva chiesto all’ente consortile l’immediata operatività ed esecuzione rispetto al problema.
Il Consorzio di Bonifica ha evidenziato che l’ordinanza sarebbe “viziata da eccesso di potere”, oltre a non menzionare “il verbale di somma urgenza-accordo del 2015, sottoscritto anche dal sindaco’. Inoltre, sempre l’ente consortile, ha sottolineato “la natura non pericolosa dei fanghi di dragaggio”, appurata prima dell’emanazione dell’ordinanza. Infine, non risulterebbe esserci stato un abbandono di rifiuti, oltre a non essere configurata competenza su Rio Sguazzatorio da parte del Consorzio. In merito alla questione, si sono costituiti in giudizio, anche la Regione Campania ed il Ministero dell’Interno, presentando memorie aggiuntive sulla vicenda. Secondo i giudici, “vanno quindi parzialmente accolti il ricorso e i motivi aggiunti, disponendo l’annullamento delle impugnate ordinanze sindacali”. Il Tar “condanna il comune di Angri, in persona del sindaco in carica, alla refusione delle spese di giudizio in favore del Consorzio ricorrente, che si liquidano in complessivi euro 2.000,00 oltre accessori, come per legge, mentre le compensa quanto alla Regione Campania e al Ministero dell’Interno”.
gc
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