Il Consiglio di Stato da un lato dà ragione al Comune rocchese e boccia la richiesta della Gori per ottenere il risarcimento danni del mancato passaggio delle reti idriche, dall’altro conferma che spetta alla società gestire la fornitura del prezioso liquido
“C’è poco da esultare per la sentenza del Consiglio di Stato circa una presunta vittoria del Comune di Roccapiemonte contro la Gori, certo la sentenza conferma quanto già stabilito dal Tar nel 2014 ed ossia che il Comune non dovrà risarcire Gori per i mancati introiti derivanti dal non aver trasferito le utenze, ma resta confermata anche l’illegittimità della posizione dell’Ente che, come stabilito dal TAR e ribadito dal Consiglio di Stato, non può sottrarsi all’obbligo di passare a Gori”. A parlare il linguaggio della verità è il consigliere di opposizione Senise Califano, che pur ribadendo la sua posizione a favore dell’acqua pubblica, non se la sente di illudere i suoi concittadini.
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“Premesso che sono stato e sarò sempre anti Gori e favorevole all’acqua pubblica – afferma Senise Califano – intendo, però, precisare e perfezionare dei passaggi pubblicati all’albo del Comune di Roccapiemonte circa la enunciata Sentenza in Consiglio di Stato relativamente alla difesa dell’acqua pubblica. Purtroppo sono state create aspettative nel paese che non si potranno mai realizzare fino a quando la legge non sarà modificata. È inutile fare proclami di vittoria, alla popolazione di Roccapiemonte bisogna sempre dire le cose come stanno, la sentenza del Consiglio di Stato del 19 aprile, riconosce al Comune di Roccapiemonte unicamente il rimborso delle spese legali, confermando la sentenza del Tar di Salerno n.1184/2014 che vedeva vittoriosa la Gori spa”.
Di seguito le due sentenze dalle quali si evince che Gori viene confermata soggetto gestore del Comune di Roccapiemonte che resta, pertanto, in una posizione contra legem.