Sputnik, tutti contro De Luca, poi chiedono di spartire le dosi quando arriveranno

L’accordo chiuso tra la Regione Campania e l’azienda produttrice del vaccino russo è arrivato come una bomba nella politica italiana e diverse sono le reazioni

La chiusura dell’accordo tra la Regione Campania e l’azienda produttrice del vaccino anticovid Sputnik V al centro del dibattito politico in questo momento in Italia. Nonostante l’accordo sia stato concluso con l’assistenza dell’Ambasciata italiana in Russia da subito il premier Mario Draghi aveva alzato gli scudi. Il presidente del Consiglio dei ministri aveva ricordato che prima bisogna attendere l’approvazione del vaccino da parte dell’Ema e dell’Aifa – la prima autorità europea, la seconda italiana per la vigilanza sui medicinali – e che non c’era alcuna richiesta del produttore del farmaco di essere autorizzato. In più, Draghi aveva ricordato che la capacità della Russia di produrre il vaccino è limitata a 55milioni di dosi e quindi a disposizione per darne ad altri sono davvero poche.

ZAIA
«Quando il vaccino Sputnik sarà autorizzato lo acquisteremo. Oggi ho appreso che le Regioni possono farlo direttamente». Ad affermarlo il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in relazione alla vicenda campana. «Trovo corretto – ha aggiunto Zaia – che una Regione possa comperare i vaccini. Non capisco perché – ha concluso – quando abbiamo informato chi di dovere sui nostri contatti con i produttori di Sputnik ci hanno risposto che stavamo trattando con gente poco seria».

DE LUCA
Questo pomeriggio, su Facebook, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha detto: «Mi auguro che il Governo italiano si impegni a fare in modo che l’Aifa verifichi i vaccini in tempi rapidi, non nell’arco di mesi. Non siamo in un tempo di ordinaria amministrazione, ma siamo in guerra. E siccome ci sono vaccini (come Sputnik) che sono stati somministrati a milioni di persone in altre parti del mondo, si può tranquillamente fare una verifica sull’efficacia del vaccino in un mese, non in sei mesi. Questo è quello che noi chiediamo al Governo e all’Aifa e ovviamente ci atterremo alla valutazione scientifica sul vaccino. Per il resto noi siamo impegnati a fare la corsa per immunizzare tutta la popolazione campana per il prossimo autunno».

L’ATTACCO E LA RICHIESTA DI BONACCINI
A In mezz’ora in più su Rai 3, oggi pomeriggio, il presidente della Regione Emilia Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha polemizzato con De Luca. «Nessuna regione italiana può acquistare vaccini senza l’autorizzazione di Ema o Aifa». Nella stessa trasmissione, Bonaccini ha aggiunto: «Se una Regione acquistasse da sola (i vaccini) credo che il generale Figliuolo chiederebbe che i sieri in arrivo vengano suddivisi per tutti gli italiani. Siamo una nazione, non venti piccole patrie». Insomma, una Regione non può acquistare da sola i vaccini e questo può avere un suo fondamento, come lo ha anche un’eventuale distribuzione delle dosi in tutta Italia ma Bonaccini dovrebbe rispondere a due domande:
1. Qual è la sua posizione sul dato che la Campania ha ricevuto meno dosi di quelle che avrebbe dovuto avere nel ripartizione a livello nazionale? Ovviamente cosa intende proporre per il riequilibrare il tutto.
2. Qual è la sua posizione sull’assistenza dell’ambasciata italiana in Russia all’accordo.
E poi dovrebbe anche giustificare come mai è un’ingiustizia che la Campania acquisti con propri fondi lo Sputnik e poi chiede di suddividerle per tutta Italia. Ognuno tragga le conseguenze.

L’INCONTRO DI DOMANI
De Luca ha sempre precisato dal primo momento che è un contratto che sarà operativo solo dopo l’approvazione dell’Ema e dell’Aifa. Sicuramente di questo tema si parlerà domani al vertice sui vaccini al quale parteciperà anche Draghi. Governo e Regioni si sono dati un programma di lavoro, dopo il pressing della Lega per le riaperture. Previsto un altro incontro a metà aprile per una verifica delle misure.

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