Scuola in Campania, denunce e proposte delle associazioni di categoria  

L’esito della manifestazione di stamattina a Napoli

Nel corso del presidio tenutosi questa mattina nei pressi del palazzo della Giunta Regionale della Campania, le associazione ed i movimenti del mondo della scuola, (non quello virtuale bensì quello reale) hanno rimarcato con forza e determinazione le proprie ragioni. Presenti alla manifestazione le seguenti associazioni: Associazione Scuole Aperte Campania, Associazione Servizi Infanzia Campania ed Assodiritti. “Gli obiettivi accomunano i movimenti e le categorie del mondo della scuola – dichiarano i portavoce – riteniamo di dover pubblicamente denunciare l’immobilismo del Presidente della Giunta Regionale della Campania”.

Per l’associazione Scuole Aperte Campania è intervenuta il Presidente Palmira Pratillo: “L’associazione Scuole Aperte Campania, conferma e rinnova i temi sviluppati a partire dal 15 ottobre 2020, in contrapposizione alla decisione della Regione Campania di chiudere le scuole di ogni ordine e grado senza averle mai praticamente aperte. La Regione Campania non ha mai manifestato la volontà di voler garantire agli studenti campani (quasi un milione) la scuola in presenza, sia nelle parole, sia nei fatti. Si è rilevato infatti che:
– non è stata costituita alcuna rete con gli enti locali per la gestione dei problemi logistici delle scuole;
– le chiusure sono state effettuate a tappeto anche dove il quadro epidemiologico non lo richiedeva (contagi zero);
– la chiusura ha generalmente riguardato la scuola di ogni ordine e grado, anche laddove si è trattato di scuole di prossimità;
– il piano dei trasporti è stato annunciato, ma completamente disatteso nonostante i tavoli con le prefetture aperti ed operativi;
– si è rilevata mancanza assoluta di rilevazione della dispersione scolastica e di misure per il contenimento/gestione della stessa;
– sono stati spese ingenti somme per adeguare gli istituti alle norme di sicurezza per poi tenerle chiuse senza appello. Lo sperpero dei fondi pubblici stanziati a fronte dell’inutilizzo delle strutture scolastiche è evidente;
– la mancanza di Usca e personale dedicato ai tracciamenti dei contagi legati alla scuola ha determinato, nei brevissimi periodi di scuola aperta, confusione e lentezza gestionale;
– il non aver tenuto e dato conto di qualsiasi evidenza scientifica sui dati di contagio
scolastico ha conferito alla gestione campana una intollerabile mancanza di trasparenza;
– ad oggi non risulta per gli studenti campani nessun progetto concreto e nessuna
volontà per il ritorno in presenza, che viene subordinato a motivazioni ogni giorno nuove e diverse.

Per l’associazione Servizi Infanzia Campania è intervenuta il Presidente Katia Mascolo: “I servizi educativi 0/6 privati e paritari in Campania costituiscono il 49% del sistema integrato. A livello nazionale la Campania copre solo il 10% del fabbisogno e questo perché da troppi anni la nostra regione non investe in questo settore restando indietro rispetto agli standard europei. Chi resiste, con le proprie forze di impresa, in questa pandemia non è stato aiutato e supportato per continuare ad esistere. La maggior parte delle regioni italiane ha messo a disposizione fondi perduti per i servizi 06 privati, senza aspettare l’unico fondo concesso con il DL Rilancio che è ancora bloccato nella burocrazia. Ci si chiede come mai non siano state fatte scelte non generalizzate, almeno in zona gialla o arancione, lasciando al privato, che di sua natura risponde personalmente a qualsiasi tipo di responsabilità, la possibilità di operare, nel pieno rispetto dei protocolli. Infine, il fondo nazionale 0/6 conosciuto come fondo Siei, non è mai stato fin ad ora rendicontato dalla regione Campania ed è sempre tornato indietro al Mef. Quest’anno è stato messo a disposizione soltanto per le paritarie ma è ancora nelle mani, a distanza di un anno dal primo lockdown, degli ambiti territoriali e dei comuni.

Infine, per Assodiritti è intervenuto il Presidente Carlo Di Dato Portavoce degli operatori  del trasporto scolastico della città di Napoli il quale ha sostenuto che: le scuole sono un luogo sicuro. In questi 13 mesi di chiusura delle scuole nulla è stato fatto per organizzare un imponente trasporto scolastico esclusivamente dedicato agli 800.000 studenti che hanno necessità di muoversi in sicurezza per il tragitto casa – scuola. I veri luoghi di contagio riteniamo siano da imputare ad un carente ed inadeguato trasporto pubblico. Ribadiamo la necessità che dopo aver male utilizzato i fiumi di denaro pubblico, sia non più procastinabile tutelare gli studenti con un trasporto scolastico dedicato a partire dai 148 operatori autorizzati dal Comune di Napoli. Una categoria da tutelare e valorizzare. Il Presidente De Luca, nella sua triplice veste di “Governatore”, Assessore alla Sanità ed  Assessore ai trasporti. Prenda atto che le nostre realtà non sono il “problema” ma rappresentano una importante risorsa per ritornare immediatamente ed in sicurezza, alla didattica in presenza.

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