Ernesto Saturno, presidente dei lavoratori ex Ipervigile: “Dopo 7 anni, 257 dipendenti attendono ancora i soldi”
Continua il processo della società di vigilanza nocerina Ipervigile. Dopo qualche rinvio, ieri nell’aula bunker del Tribunale di Nocera Inferiore di via Giovanni Falcone, si è celebrata l’ennesima udienza, durante la quale, sono stati affrontati gli aspetti tributari della vicenda. La prossima udienza è stata fissata per il 26 maggio di quest’anno e che verterà, molto probabilmente, su un ulteriore approfondimento degli aspetti tributari. Le indagini hanno portato alla scoperta di un sistema di scatole cinesi, costituito da varie società, guidate da prestanomi. Ed è proprio questo meccanismo che, nell’udienza di ieri e nella prossima, sarà messo al vaglio dei giudici. Un processo che, rispetto all’ordinario, va anche oltre le carte bollate. Si tratta degli ex dipendenti della Ipervigile che chiedono innanzitutto giustizia, ma allo stesso tempo un risarcimento al danno economico subito. Ad evidenziare il problema, Ernesto Saturno, presidente degli ex lavoratori della Ipervigile: “Il comitato dei lavoratori chiede quanto prima una risposta dalle istituzioni e di recuperare almeno le spettanze arretrate, tredicesima, banca ore straordinari, preavviso di licenziamento, ferie e permessi maturati, fondi Arca e assicurativi di 7 anni versati e la partecipazione di dipendenti che si costituirono parte civile contro i De Santis”.
Coinvolti, nella vicenda, ben 257 ex dipendenti e 450 unità in capo ad altre società. “La nostra è una richiesta semplice – ha dichiarato Saturno – e cioè di poter ottenere i soldi che ci spettano. Sono trascorsi già 7 anni e, mentre la giustizia celebra il processo, molti ex lavoratori della Ipervigile, non hanno ancora ricevuto gli arretrati dovuti e le relative spettanze. Ogni ex dipendente deve ricevere da 5 mila a 20 mila euro. Cifre che non abbiamo mai visto. Tre ex lavoratori sono morti durante questi sette anni, qualcuno si è suicidato, ed altri non hanno ancora trovato una occupazione. Molti sono alla fame”. La somma complessivamente richiesta dagli ex dipendenti dovrebbe sfiorare i 2 milioni di euro e pare che siano 50 i milioni di euro che mancherebbero allo Stato, tra tasse, imposte varie ed altre chiamate tributarie. Il processo è alle fasi conclusive e si è, dopo molti anni, prossimi alla sentenza. Il presidente degli ex dipendenti ha sottolineato la necessità, in tale circostanza, che venga posta maggiore attenzione alle richieste mosse: “Una sentenza del 2019 ribadisce che in questi casi gli ex dipendenti hanno diritto ad essere pagati, addirittura per primi rispetto al resto. Noi vogliamo ciò che ci spetta. Abbiamo perso il lavoro, ma non vogliamo perdere quello che è un nostro diritto”. L’udienza di maggio dovrebbe far luce sul sistema di scatole cinesi che, secondo gli inquirenti, è stata l’impalcatura messa in campo dai potenziali titolari e che teneva insieme la Ipervigile ad altre società.
Giuseppe Colamonaco
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