Inquinamento del fiume Sarno, i numeri di un crimine diffuso scoperto dal Noe

I carabinieri in un anno di attività, dalla fine del lockdown, hanno portato alla luce responsabilità di aziende e imprenditori nella distruzione del corso d’acqua che attraversa tre province

Ormai da circa un anno, e precisamente dal termine del primo “lockdown”, i Carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari hanno intrapreso, senza interruzioni, una complessa e incessante campagna di controlli, anche con l’ausilio di droni, tesi a reprimere fenomeni di abbandono di rifiuti nonché di illeciti sversamenti da parte di imprese operanti nelle aree del Bacino Idrografico del fiume Sarno, che attraversa le province di Avellino, Salerno e Napoli e dei Regi Lagni, che attraversano invece le province di Napoli e Caserta. L’attività, in entrambi i casi, ha avuto inizio con un preliminare e capillare censimento delle principali attività produttive, suddivise per tipologia, presenti nei territori attraversati dai corsi d’acqua oggetto d’attenzione. In una fase successiva, i Carabinieri del Gruppo per la Tutela Ambientale di Napoli con i dipendenti Nuclei Operativi Ecologici di Napoli, Salerno e Caserta e dei Gruppi Carabinieri Forestali di Napoli, Avellino, Caserta e Salerno hanno proseguito nella loro incessante attività di controllo, procedendo ad effettuare numerose verifiche presso gli opifici industriali, fra i più svariati settori produttivi, con numerosi sequestri di intere aziende, responsabili di illecito smaltimento di rifiuti e scarichi non autorizzati di acque reflue industriali, avvalendosi della collaborazione tecnica di personale dell’ARPAC e sotto il coordinamento sinergico delle Procure della Repubblica di Avellino, Nocera Inferiore e Torre Annunziata per quanto riguarda il fiume Sarno, e delle Procure di Napoli Nord, Santa Maria Capua (CE) e Nola per i territori attraversati dai Regi Lagni.

Si tratta dunque di uno sforzo coordinato e congiunto di tutte le Istituzioni, finalizzato ad accertare e porre un freno alle cause dell’inquinamento dei bacini idrici fra i più importanti della Regione Campania.
Complessivamente nel corso dell’ultimo anno, dalla fine del “lockdown”, i Carabinieri dei citati reparti hanno :
a. nell’area del bacino del fiume Sarno (province di Napoli, Salerno e Avellino):
controllato nr. 313 attività produttive;
denunciato nr. 172 persone;
individuato nr. 41 scarichi abusivi;
effettuato nr. 47 sequestri tra aziende e/o parti di esse e aree di stoccaggio rifiuti;
elevato nr. 63 sanzioni amministrative, per un importo pari a circa 242.000 Euro.
b. nell’area del bacino dei Regi Lagni (province di Caserta e Napoli):
controllato nr. 105 attività produttive;
denunciato nr. 46 persone;
effettuato nr. 19 sequestri tra aziende e/o parti di esse, aree di stoccaggio rifiuti e scarichi abusi;
elevato nr. 31 sanzioni amministrative, per un importo pari a circa 153.000 Euro.

In numerose circostanze, all’interno di vasche di raccolta, sono stati individuati addirittura dei by – pass utilizzati per smaltire nei corpi idrici superficiali le acque di dilavamento dei piazzali, omettendo il passaggio attraverso i depuratori, ove esistenti, per il necessario preventivo trattamento. Inoltre, sempre nel contesto dei controlli a tutela dello stato di salute del Fiume Sarno, i Carabinieri del NOE di Napoli e del NOE di Salerno hanno eseguito, su delega delle Procure interessate, una serie di verifiche presso gli uffici di numerosi Comuni i cui territori sono attraversati dal citato corso d’acqua. Tale approfondimento investigativo nasce dall’esame dei risultati delle analisi dei campioni d’acqua del fiume Sarno, effettuati dall’ARPA Campania, da cui sono emersi valori di concentrazione molto alti del parametro batteriologico dell’Escherichia Coli, soprattutto in prossimità della foce del fiume. Gli accertamenti condotti finora, sia con riferimento al fiume Sarno sia al bacino dei Regi Lagni, hanno dunque confermato che le cause di inquinamento dei corsi d’acqua sono riconducibili a:
scarichi di reflui industriali effettuati illegalmente da aziende che approfittano delle avverse condizioni meteo;
scarichi di acque meteoriche di dilavamento, provenienti dai piazzali di attività industriali in genere;
scarico di reflui della rete fognaria di numerosi Comuni che ancora non dispongono di reti fognarie complete e/o seppur disponendone, le reti non sono collettate ai depuratori esistenti.
Le attività di controllo sono tuttora in corso e continueranno in futuro, allo scopo di evitare il reiterarsi di comportamenti illeciti da parte dei soggetti privati e/o pubblici, con l’auspicio di una sempre maggiore sensibilità ambientale da parte di tutti i cittadini, nel primario interesse di salvaguardare la salute pubblica e l’ambiente.

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