“Diego Armando” e “zia Franca” sono di nuovo libere

Le due tartarughe erano state salvate dai pescatori a largo di Punta Campanella e ora sono di nuovo a mare

Le due tartarughe marine erano state salvate nei mesi scorsi dallo staff dell’Area marina protetta di Punta Campanella e curate dal Centro ricerche tartarughe marine della Stazione zoologica Anton Dohrn. Oggi sono state rilasciate in mare al largo di Punta Campanella. Presenti anche la capitaneria con una motovedetta e il luogotenente Marco Caputo, un’unità navale del Reparto operativo aeronavale della guardia di finanza di Napoli e il presidente dell’Area marina protetta, Lucio Cacace. Diego Armando è un maschio adulto, di 50 centimetri di carapace e 70 chili di peso, chiamato così per volere del pescatore che l’ha salvato, Luigi Guida. Fu recuperato lo stesso giorno, l’8 gennaio scorso, in cui venne salvata Eleonora, la femmina che ha attraversato lo stivale, dalla Toscana alla Sicilia, rilasciata il 19 febbraio scorso nelle acque del Parco. Zia Franca è una femmina molto grande, circa 80 centimetri per 65 chili. I pescatori Giulio Oliviero, Ciro Criscuolo e Vincenzo De Mai, l’hanno ritrovata nella rete dove era finita accidentalmente il 3 febbraio scorso e subito hanno contattato l’Area marina protetta Punta Campanella che è intervenuta sul posto per mettere in salvo l’animale. La Caretta caretta aveva una ferita sulla parte posteriore del carapace. Non recente, almeno 2-3 mesi prima che finisse nella rete da pesca e probabilmente causata da un impatto. La ferita era abbastanza profonda ma ora si è rimarginata del tutto, grazie alle cure del Turtle Point di Portici. Entrambe le TARTARUGHE mostravano leggeri segni di embolia ai polmoni per la rapida risalita in superficie. Un problema che può portare anche alla morte dell’animale se non curato in tempo. Per questo l’Area marina protetta Punta Campanella invita tutti i pescatori ad avvertire la capitaneria di porto o i centri di soccorso di riferimento nel caso in cui dovessero trovare tartarughe nelle reti e di non gettarle subito in mare, anche se apparentemente in buone condizioni.

“Le Caretta caretta, nel 60% dei recuperi, hanno problemi di salute come infezioni sul carapace, ami in gola, plastica nello stomaco, embolia o altre patologie che potrebbero causarne la morte nel tempo – spiega Domenico Sgambati, biologo marino che coordina i recuperi per l’Amp Punta Campanella a Dire -. Portandole in un centro di soccorso e assistenza saranno curate al meglio e potranno ritornare in mare in perfette condizioni di salute”. “Nella zona sud del Golfo di Napoli e nord del golfo di Salerno, in caso di tartaruga nella rete o in difficoltà, si può contattare anche l’Area marina protetta di Punta Campanella che in 13 anni ha recuperato circa 170 esemplari di Caretta caretta – sottolinea il presidente del Parco, Lucio Cacace -. Stiamo lavorando con la Regione per aprire un centro di primo soccorso sul territorio, in modo da offrire un servizio ancora migliore nella tutela di questi splendidi animali”. Dall’inizio dell’anno, l’Amp ha salvato e recuperato già quattro esemplari, grazie alla sensibilità dei pescatori. Ma dall’inizio del 2021 sono state registrate anche 20 TARTARUGHE marine morte in Campania. Questi i dati raccolti dall’Enpa Salerno che fa parte – insieme al Centro Ricerche Tartarughe marine della Stazione zoologica Anton Dohrn, all’Amp Punta Campanella, al Museo del mare di Pioppi Legambiente, a Naturart e ad Ardea – del coordinamento regionale che si occupa della tutela delle Caretta caretta in Campania. Numeri preoccupanti che mostrano quanto sia importante contattare i centri di riferimento in caso di avvistamenti di tartarughe in difficoltà. Intanto, si stanno già programmando le attività di monitoraggio per le nidificazione estive della specie. Negli ultimi anni la Campania è diventata una vera e propria nursery per le Caretta caretta, con numeri sempre in crescita. Lo scorso anno il record con ben 32 nidificazione in regione, soprattutto nella zona del Cilento.

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