È il primo caso in Italia di un tale ritrovamento. Una scoperta importante e bellissima da ammirare
L’ultima, straordinaria scoperta della storia di Pompei: Rai Documentari presenta in esclusiva su Rai2 “Pompei l’ultima rivelazione: Il Carro”, l’instant doc in onda domenica 28 febbraio, alle 13.30 su Rai2, dopo il Tg2. E’ il racconto del ritrovamento tra i più importanti nella storia di Pompei: un carro cerimoniale intarsiato e in ottimo stato di conservazione. Gli archeologi lo hanno identificato nel porticato di fronte alla stalla dove già nel 2018 erano emersi i resti di tre cavalli. È un reperto unico, in ottimo stato di conservazione con preziose e dettagliate decorazioni in bronzo e stagno, che raffigurano scene erotiche, resti lignei mineralizzati, impronte di corde e di decorazioni vegetali. L’equipe di Rai Documentari, guidata da Leonardo Lofrano e Catia Barone, ha seguito per più di due mesi l’intero processo di ritrovamento e scavo e ha continuato a seguire le varie fasi dei lavori. Questa scoperta aggiunge un elemento in più al racconto degli ultimi istanti di vita di chi abitava in quella villa, e più in generale alla conoscenza del mondo antico. Straordinarie le circostanze del ritrovamento grazie alla collaborazione tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Il carro è infatti scampato per miracolo agli scavi clandestini: i tombaroli per fortuna hanno solo lambito il reperto. I telespettatori saranno accompagnati da una guida d’eccezione: Massimo Osanna, Direttore Generale Uscente del Parco Archeologico di Pompei e Direttore Generale dei musei Mibact. Il suo racconto in presa diretta, le testimonianze inedite della sua equipe di esperti e l’intervento del Procuratore Capo di Torre Annunziata Nunzio Fragliasso svelano le ricchezze e i dettagli esclusivi del carro di Pompei, facendo vivere agli spettatori l’emozione della nuova scoperta, facendo immaginare la vita quotidiana della città romana e dei suoi abitanti.
LA STRAORDINARIA SCOPERTA RACCONTATA DA MASSIMO OSANNA
Una scoperta «straordinaria per l’avanzamento della conoscenza del mondo antico». A dirlo, riferendosi al carro da parata ritrovato quasi integro in ambienti della villa suburbana di Civita Gliugliana, a Nord di Pompei, Massimo Osanna, direttore uscente del Parco archeologico. «A Pompei sono stati ritrovati in passato veicoli per il trasporto, come quello della casa del Menandro, o i due carri rinvenuti a Villa Arianna, uno dei quali si può ammirare nel nuovo Antiquarium stabiano, ma niente di simile al carro di Civita Giuliana», spiega l’ex soprintendente di Pompei. «Si tratta infatti di un carro cerimoniale, probabilmente il pilentum noto dalle fonti, utilizzato non per gli usi quotidiani o i trasporti agricoli, ma per accompagnare momenti festivi della comunità, parate e processioni – racconta – mai emerso dal suolo italiano, il tipo di carro trova confronti con reperti rinvenuti una quindicina di anni fa all’interno di un tumulo funerario della Tracia, nella Grecia settentrionale, al confine con la Bulgaria. Uno dei carri traci è particolarmente vicino al nostro, anche se privo delle straordinarie decorazioni figurate che accompagnano il reperto pompeiano. Le scene dei medaglioni che impreziosiscono il retro del carro rimandano all’eros (Satiri e ninfe), mentre le numerose borchie presentano eroti. Considerato che le fonti antiche alludono all’uso del piletum da parte di sacerdotesse e signore, non si esclude che potesse trattarsi di un carro usato per rituali legati al matrimonio, per condurre la sposa nel nuovo focolare domestico». «Se l’intera operazione non fosse stata avviata grazie alla sinergia con la Procura di Torre Annunziata, con la quale è stato sottoscritto un protocollo di intesa per il contrasto al fenomeno criminale di saccheggio dei siti archeologici e di traffico dei reperti e opere d’arte, avremmo perso documenti straordinari per la conoscenza del mondo antico», avverte Osanna.
IL MINISTRO FRANCESCHINI
«Pompei continua a stupire con le sue scoperte e sarà così ancora per molti anni con venti ettari ancora da scavare. Ma soprattutto dimostra che si può fare valorizzazione, si possono attrarre turisti da tutto il mondo e contemporaneamente si può fare ricerca, formazione e studi, e un giovane direttore come Zuchtriegel valorizzerà questo impegno». Così il ministro della cultura Dario Franceschini commenta la scoperta di un carro da parata negli scavi di Civita Giuliana.
LA COLLABORAZIONE CON LA PROCURA DI TORRE ANNUNZIATA
La collaborazione tra la procura di Torre Annunziata e il Parco archeologico di Pompei «si è rivelata uno strumento formidabile, non solo per riportare alla luce reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e artistico, ma anche per interrompere l’azione criminale di persone che per anni si sono rese protagoniste di un sistematico saccheggio dell’inestimabile patrimonio archeologico custodito nella vasta area, ancora in gran parte sepolta, della villa di Civita Giuliana, del quale sono una testimonianza i recenti eccezionali ritrovamenti». Così, il procuratore capo di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso. Fragliasso ricorda come sia stata «costante in questi anni l’attenzione della procura alla tutela dell’immenso patrimonio archeologico presente nel territorio», e come «il contrasto alla spoliazione dei siti archeologici, all’interno e fuori l’area urbana dell’antica Pompei, è sicuramente uno degli obiettivi prioritari dell’azione dell’ufficio».
Il protocollo sottoscritto nel 2019 da procura e Parco è «un accordo pilota nel campo della sinergia tra le istituzioni per la salvaguardia del patrimonio artistico nazionale» e la collaborazione «si è rivelata uno strumento formidabile non solo per riportare alla luce reperti e testimonianze di eccezionale valore storico ed artistico, ma anche per interrompere l’azione criminale». Così gli inquirenti hanno potuto accertare la realizzazione di una rete di tunnel e cunicoli a oltre 5 metri di profondità, con saccheggio e distruzione parziale degli ambienti clandestinamente esplorati e acquisire «prove decisive e inconfutabili della commissione di gravi e reiterate condotte illecite di trafugamento di preziosi reperti archeologici poste in essere da tombaroli». Proprio il carro portato ora alla luce «è miracolosamente scampato all’azione di saccheggio dei tombaroli, essendo stato letteralmente sfiorato da due cunicoli scavati da questi ultimi ad oltre 5 metri di profondità», e «proprio in questi giorni è in corso di svolgimento, nel Tribunale di Torre Annunziata, il processo penale a carico di due imputati ritenuti gli artefici materiali di tale attività criminale, la cui abitazione tuttora insiste sul sito della antica villa romana depredata». Dalla proprietà dei due imputati si diramava una rete di cunicoli di oltre 80 metri utilizzata per il sistematico saccheggio dell’area archeologica».