Le regioni meridionali, la società civile, i sindaci di Milano e Napoli contro la neo vicepresidente della Lombardia. De Luca: «A un passo dalla barbarie». Moratti poi precisa, ma è peggio. L’intervento dei ministri Speranza e Boccia
Letizia Moratti, vicepresidente della Regione Lombardia, in una lettera al commissario Domenico Arcuri ha chiesto di introdurre quattro parametri per stabilire le dosi di approvvigionamento dei vaccini anti-covid: densità abitativa della regione, Pil, maggiore mobilità e quanto il territorio sia stato colpito dalla pandemia. Se tre parametri sono legati alla malattia virale, cosa c’entra il Pil? Chi è più ricco e produce di più si deve immunizzare prima degli altri? Mentre nel mondo si pone il problema di garantire a tutti gli abitanti del pianeta la somministrazione del vaccino, anche ai paesi poveri che non possono permettersi di acquistarli, mentre uno dei pilastri dell’Europa è vaccino gratuito per tutti, la vicepresidente della Regione Lombardia propone uno dei criteri basato sulla ricchezza prodotta in ambito regionale per la distribuzione delle dosi. Un’affermazione che lascia allibiti.
IL SOSTEGNO DEL PRESIDENTE FONTANA
«Sui vaccini la vicepresidente Moratti ha chiesto una serie di integrazioni logiche e coerenti. Ascolteremo cosa ne pensano alla commissione presieduta da Arcuri». Ad affermarlo il presidente della Lombardia Attilio Fontana durante un punto stampa in Regione.
L’INDIGNAZIONE CONTRO LA MORATTI
Tra i primi a indignarsi il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: «Ci sono mattine in cui ti possono cadere le braccia. Il tuo Paese in preda a una crisi politica difficile da decifrare e nel momento sbagliato. La tua Regione che chiede l’assegnazione dei vaccini in base al Pil. Ma ora mangio pane e olio, bevo caffè e poi tornerò a lavorare e a cercare di essere un politico e un uomo giusto». Parole di fuoco dal Pd e dal M5S, dalla Sicilia, Puglia, l’Abbruzzo. «Leggo con sconcerto – scrive il governatore della Campania, Vincenzo De Luca – le affermazioni della signora Moratti a sostegno di una distribuzione di vaccini legata al Pil delle diverse regioni. Si fa fatica a credere che si possa subordinare l’uguale diritto alla vita di tutti, a dati economici. Si direbbe che siamo a un passo dalla barbarie. La signora Moratti è persona intelligente e civile. Mi auguro che voglia chiarire che si è trattato di un’affermazione non meditata, che non risponde alle sue convinzioni». Anche la società civile insorge. E’ il caso di Tito Boeri, economista ed ex presidente dell’Inps: «Moratti vergognosa. Ha usato un argomento di eugenetica. Secondo il suo ragionamento i senzatetto, i poveri, i pensionati e gli invalidi non dovrebbero ricevere il vaccino, e quelli con stipendi più alti prima di tutti. Come lombardo mi vergogno di essere rappresentato da lei». «Parole inaccettabili quelle pronunciate dalla Moratti – tuonano da demA, movimento del sindaco di Napoli, Luigi De Magistris – che, in un momento storico difficile e complesso come quello che stiamo vivendo, tuonano come un progetto eversivo che mina l’unità e la coesione nazionale. Ancora una volta la Lombardia tenta di mettere a norma il divario tra Nord e Sud, chiedendo risorse vaccinali in funzione della ricchezza dei suoi territori, escludendo i fabbisogni dei cittadini e criteri di equità sociale. Un’idea malsana che viola la Costituzione e si appresta a riservare al Sud ancora atti iniqui e diseguaglianze inaccettabili».
LA REPLICA DELLA MORATTI
«Il concetto – spiegano dall’assessorato al Welfare della Regione Lombardia, dopo quanto emerso dal primo confronto tra il neo assessore Letizia Moratti e i capigruppo- non è quello di dare più vaccini alle Regioni più ricche… (ma)… se si aiuta la ripresa della Lombardia, si contribuisce in automatico alla ripresa dell’intero Paese». E la Moratti: «Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito, il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l’attività in una Regione che, ho detto, è il motore dell’Italia. In questo senso questa Regione ha la necessità di essere tenuta in considerazione». Precisazione che cercano di porre rimedio, senza grande fortuna, alla figuraccia della vicepresidente della regione lombarda.
IL MINISTRO DELLA SANITÀ
«Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono – ha dichiarato il ministro della Salute, Roberto Speranza -. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione. Non un privilegio di chi ha di più».
IL MINISTRO DELLA SANITÀ
«Vaccini in base al Pil? La campagna di vaccinazione serve a tutelare la salute degli italiani, azzerare il numero delle vittime, decongestionare l’afflusso negli ospedali e riportare il paese alla normalità – ha affermato il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, lasciando il Senato -. Utilizzare il parametro del Pil, anche se fosse legato alla densità delle imprese, per l’attribuzione dei vaccini è un’ipotesi contraria alla civiltà e ai diritti universali. Immagino sia stata solo un’affermazione infelice e non una proposta formale che non abbiamo mai ricevuto e, in ogni caso, mi pare sia stata già superata dal buon senso».