Tra i minorenni anche alcuni ragazzi campani che facevano compiere anche atti sessuali disumani alle vittime
Condividevano immagini e video di bambini, anche di piccolissima età, costretti a subire e compiere atti di natura sessuale disumani. E poi esaltavano Adolf Hitler, il nazifascismo e pure il terrorismo islamico. Il tutto avveniva tramite una chat di Whatsapp denominata “Gruppo Utistico” che coinvolgeva una ventina di giovani, in prevalenza minorenni, residenti in varie regioni italiane. Ad indagare i carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando provinciale di Siena, coordinati dal procuratore Antonio Sangermano, della procura della Repubblica per i Minorenni della Toscana, che hanno continuato ad indagare dopo una precedente, terribile scoperta, nell’aprile del 2019, della chat denominata ‘the Shoah party’. Anche in questo caso ad alimentare la chat erano minorenni dediti allo scambio di materiale pedopornografico e inneggiante all’odio razziale. L’operazione odierna, denominata ‘Utistici’, ha portato a perquisizioni in Toscana, Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania e all’interrogatorio di 12 ragazzi iscritti alla chat di eta’ compresa tra i 13 e i 17 anni e alcuni maggiorenni.
Tutti sono ora indagati per diffusione e detenzione di materiale pedopornografico e istigazione a delinquere. Ulteriori accertamenti sarebbero in corso su altri partecipanti alla chat, mentre numerosi supporti informatici quali smartphone, memorie sd, pc, chiavette usb sono stati sequestrati. I carabinieri di Siena sottolineano come “nelle chat è emersa una descrizione dettagliata ed inquietante dei loro interessi, paralleli ad una vita apparentemente normale di un adolescente” e che il mondo virtuale in cui gli adolescenti riuscivano a reperire materiale con grande facilità appartiene al dark e deep web, “quella parte di Internet dove solo gli utenti più esperti riescono ad accedere” e dove “si trova veramente di tutto, soprattutto illegale e spesso ben oltre i confini della sanità mentale”, spiegano ancora i carabinieri. Nella chat del gruppo Utistico, infatti, i militari dell’Arma hanno individuato anche ragazze che con richieste anche molto esplicite, “interagivano a pieno titolo sugli argomenti trattati, avendo consapevolezza del disvalore sociale e criminale delle loro azioni”. Una realtà preoccupante già emersa nella prima inchiesta e che ha indotto gli inquirenti a proseguire in una certosina opera di lettura dei materiali reperiti e all’individuazione di questo nuovo pozzo dell’orrore sociale.