Bollette pazze, è polemica
Sono diversi i cittadini di Castel San Giorgio a lamentare l’ennesimo rincaro della bolletta dell’acqua. In molti hanno ricevuto un bollettino ed una lettera di spiegazione relativi all’ultimo conguaglio. Il tutto nasce da un errore di calcolo. Ad ammetterlo l’ufficio commerciale della Gori: “Da un controllo effettuato sul nostro sistema gestionale, abbiamo rilevato che per un errore del sistema, nella bolletta conguaglio, già emessa nel su citato periodo della sua utenza, si è proceduto alla restituzione del vecchio corrispettivo e ad un addebito soltanto parziale ricalcolato con i nuovi criteri previsti dalla sopra richiamata deliberazione dell’Ente idrico campano”. Sono bastate queste poche righe per innescare un protesta senza precedenti. Nella lettera è inoltre scritto: “L’importo da pagare nella presente bolletta rappresenta la differenza tra quanto erroneamente già restituito con la precedente bolletta di conguaglio e a quanto rettificato in conseguenza del mancato addebito”. In un caso, il conguaglio riguarda il 2019 ed i consumi sono quelli del 2018, il periodo è relativo al 2017-2020. La rettifica della Gori ed il conseguente ricalcolo è basata sull’applicazione della nuova articolazione tariffaria approvata dall’Ente idrico campano con deliberazione n.40 del 17 luglio 2018.
Si tratta di maggiori costi che il gestore dovrà affrontare per l’esecuzione di controlli degli scarichi in pubblica fognatura. Le motivazioni dell’ente di gestione del servizio idrico non convincono però i cittadini di Castel San Giorgio. Le cifre da pagare sono diverse da utente a utente: vanno dai 300 euro ai 44 euro. In un periodo di pandemia e di emergenza sanitaria in corso, il caro acqua, non lo ha digerito proprio nessuno. I cittadini sanno solo di dover sborsare altri soldi, per un servizio idrico che in pratica rimane lo stesso. A questo va aggiunto un altro aspetto, che spesso viene sollevato dagli attivisti e dai movimenti civici per l’acqua pubblica: il sostanziale e progressivo aumentato delle tariffe. Quello che non si riesce a capire è come mai in un Ato simile al distretto Sarnese Vesuviano, per numero di abitanti, i costi sono inferiori? È la domanda che ripetono attivisti e cittadini e rispetto alla quale mancano risposte puntuali.
gc