Casa di cura Angrisani. La vera storia di un ricorso al TAR dove si dà torto a chi ha già vinto

Il TAR boccia il ricorso di Villa dei Fiori su un tema già risolto quattro anni fa dalla Regione

Sembra una notizia per addetti ai lavori ma non lo è. Anzi, ci spiega un sacco di cose sia sulla giustizia sia sulla tutela della salute per i cittadini. La storia è questa. Nel 2012 la sanità campana era governata dal Commissario ad acta. Il quale stabilì che le strutture socio-sanitarie avrebbero dovuto fatturare alla ASL solo la parte sanitaria e ai comuni, invece, quella sociale. Se in quel periodo le ASL già pagavano con ritardi infiniti, il saldo delle fatture da parte dei Comuni era una vera e propria chimera. E siccome la parte sociale rappresentava dal 30 al 50% delle spese, tutto questo avrebbe significato far fallire le aziende che forniscono servizi essenziali ai cittadini. Per scongiurare questo pericolo, uno dei maggiori centri di riabilitazione della Campania, Villa dei Fiori di Nocera, fece ricorso al TAR. Nel 2016 il Governatore De Luca e il Direttore generale per la Salute Postiglione rimisero le cose a posto, chiarendo che il pagamento della parte sociale doveva essere anticipato dalla ASL che poi se la sarebbe vista con i Comuni. Fine della storia? Si e no. Pochi giorni fa il TAR della Campania emette la sentenza su quel ricorso di otto anni prima di Villa dei Fiori. Lo respinge e la condanna a pagare 3mila euro di spese. La battaglia che Villa dei Fiori aveva già vinto quattro anni prima sarebbe infondata. Come è possibile? Ce lo spiega l’avvocato Domenico Vuolo, amministratore di Villa dei Fiori.

“Semplice – risponde – il TAR ha emesso la sentenza sulla base delle norme in vigore al momento del ricorso, che sono però state completamente ribaltate dalle norme successive”. “Con tutto il rispetto per i giudici – aggiunge – viene da chiedersi se sia giusto emettere una sentenza dopo otto anni, quando ormai è sicuramente superata dagli eventi. Per capirci, se oggi giudicassimo un obiettore di coscienza del 1960 lo manderemmo in carcere secondo la legge dell’epoca? La risposta mi pare ovvia”. Nel merito invece? “Nel merito Villa dei Fiori, come sa bene chi ci conosce, ancora una volta si espose con il ricorso al TAR in una battaglia che non era per se stessa ma per tutto il settore. Perché attendere i pagamenti delle fatture dai comuni significava chiudere i servizi socio-sanitari. Basti pensare che ancora oggi noi abbiamo un credito con i comuni di oltre 160 mila euro per gli anni 2013-2016. Quella battaglia fu vinta ben quattro anni fa grazie alla Regione, per questo dico che la sentenza ci dà torto in merito a una questione su cui già da tempo abbiamo avuto ragione”. Cosa ci insegna questa vicenda? “Innanzitutto – chiude Vuolo – che amministrare la salute dei cittadini con una logica burocratica, come fu quella del Commissario, può avere conseguenze devastanti per i cittadini. Per fortuna in questo caso De Luca e Postigione le evitarono. La seconda è che la giustizia ha veramente bisogno di essere riformata per avere una maggiore aderenza alla realtà e ai bisogni della società. La terza è che condurre battaglie sociali e di interesse collettivo, come ha sempre fatto Villa dei Fiori, può comportare dei prezzi. Ma è anche un grande motivo di orgoglio”.
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