Lotta al Covid: l’importanza dei test e del rapporto pubblico-privato. L’esempio di Villa dei Fiori che effettua i tamponi in autonomia
“Questi test potrebbero dare un colpo decisivo al virus”. A dirlo è stato il professor Burioni, ospite di Fabio Fazio. Quelli a cui si riferisce sono i cosiddetti test rapidi antigenici. Test che, ha spiegato Burioni, hanno il vantaggio di individuare solo le persone contagiose e di farlo in pochissimo tempo. Ne parliamo con Carmine Lamberti, direttore sanitario del centro di riabilitazione Villa dei Fiori di Nocera (200 dipendenti, circa 400 pazienti) perché in questa struttura si sono dotati delle attrezzature per effettuare autonomamente i test rapidi. “Diciamo subito – ci dice Lamberti – che la battaglia al Covid è tanto complessa quanto prioritaria, ognuno deve fare la propria parte con la massima responsabilità”. “Nei giorni scorsi – informa- la ASL ha fatto i tamponi molecolari a dipendenti e pazienti del nostro centro, li ripeterà ogni mese. La ASL è impegnata al massimo, sta lavorando benissimo, e ogni critica in questo senso sarebbe quanto meno ingiusta. Ma non può essere lasciata sola ad affrontare un lavoro che è decisivo quanto difficile”. Per questo avete deciso di diventare autonomi nel poter fare i test? “Esatto. Abbiamo investito nell’acquisto delle attrezzature e nella formazione del personale con la volontà di essere una struttura “Covid free” Che vuol dire? “Ovviamente non vuol dire – risponde Lamberti – che non possa capitare anche da noi un caso di Covid, ma che siamo in grado di individuarlo con la massima tempestività aggiungendo ai test mensili della Asl i nostri test rapidi effettuati con periodicità ravvicinata, settimanale e quindicinale, oltre che ad ogni minimo sospetto.
E quindi di applicare immediatamente tutte le procedure che impediscono il contagio e la creazione di qualsiasi focolaio, dalla verifica con il test molecolare al tracciamento dei contatti fino all’isolamento”. Quanto ci vuole per la risposta del test rapido? “Circa trenta minuti”. In questo modo si crea una sorta di sbarramento per il virus… “Sì, è così. Perché nella lotta al Covid ci sono due fattori determinanti, il primo è la tempestività della scoperta di chi è contagioso, il secondo è l’adozione immediata delle misure che bloccano il contagio. Affinché ciò sia possibile però serve, lo ripeto, uno spirito di collaborazione tra tutti i soggetti in gioco”. Pubblici e privati? “Certo. È proprio il lavoro in osmosi con la ASL uno dei dati da sottolineare. Come abbiamo sempre detto il privato non può delegare al pubblico ciò che è in grado di fare, deve assumersi le proprie responsabilità. A tutela dei priori pazienti, dei propri dipendenti e del bene comune”. Il tutto, naturalmente, aspettando il vaccino.