Nell’agosto del 2011, nella caserma Libroia, in occasione dei festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia salì in scena con le figli nell’ambito degli spettacoli di Trame africane
Muore il giorno del suo ottantesimo compleanno Gigi Proietti. Una grave perdita per la cultura italiana. Non fu solo un grande attore, capace far sembrare “normali” i suoi personaggi, ma anche un maestro per tanti che volevano e poi hanno intrapreso con successo la sua carriera. Per una generazione di italiani è stato un punto di riferimento, anche se molti, forse pure per suo errore, non ne apprezzeranno la vena drammatica, in verità esibita poche volte, lasciando il passo a un andare romanesco dal grande appeal per il pubblico. E sarà molto provinciale ricordare un grande attore per la sua esibizione sulle tavole di un teatro improvvisato della periferia solo perché è accaduto nella propria zona, ma proprio in quell’occasione Proietti dimostrò una carica umana e professionale poco comune. Era l’agosto del 2011 e il mattatore romano, considerato l’erede di Ettore Petrolini, si esibì nella caserma Libroia, in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, per uno spettacolo che contribuiva alle iniziative di beneficenza di Trame africane. Con il suo “Di nuovo buonasera”, Proietti partì da Nocera con il tour che festeggiava i 35 anni da solista, da quando nel 1976 diede vita al famosissimo “A me gli occhi please”, lo spettacolo dalla straordinario successo che lo consacrò al grande pubblico del teatro. E a Nocera, come in quell’occasione, si esibì su un insolito palcoscenico realizzato all’interno di una caserma, come insolite all’epoca furono quelle di un tendone da circo. Nel 1976, infatti, spiccò il volo della stupenda esperienza del teatro tenda a Roma, iniziata tre anni prima da un’idea di Carlo Molfese, che trasferì l’attività teatrale dal centro alle periferie non solo per avvicinarle a chi solitamente non aveva la possibilità di seguire uno spettacolo ma anche lanciando anche attori che sarebbero diventati grandi protagonisti negli anni a venire. Insomma, a Nocera fu quasi un ritorno alle origini del suo successo. In quella occasione si esibì con le figlie Susanna e Carlotta. Dell’amatissimo attore furono allievi Flavio Insinna, Chiara Noschese, Giorgio Tirabassi, Enrico Brignano, Massimo Wertmuller, Paola Tiziana Cruciani, Rodolfo Lagana’, Francesca Reggiani, Gabriele Cirilli e Sveva Altieri.
Così l’Ansa ricorda Proietti: «L’eterno Mandrake, lo scommettitore sfortunato e sbruffone di Febbre da cavallo di Steno. Gastone, l’attore spiantato, inguaribile narcisista, inventato da Petrolini. Il rassicurante Maresciallo Rocca di una delle serie tv più amate di sempre. E poi ancora Toto, l’antico romano alle prese con la sauna, l’affarologo tuttologo appaltologo Pietro Ammicca, Armando Duval della Signore delle camelie riletta in chiave comica, il poeta Narcisio Vanesio: in 50 anni di carriera i ‘Cavalli di battaglia’ di Gigi Proietti, celebrati nel titolo di un suo longevo spettacolo teatrale trasposto anche in tv, sono diventati creature proverbiali, citate a memoria da generazioni.
1976, A ME GLI OCCHI PLEASE
Lo spettacolo, scritto da Proietti con Roberto Lerici, va in scena al teatro Tenda. Da Petrolini a Shakespeare a Ferlinghetti, dal baule spunta una serie di personaggi destinati a diventare icone della contaminazione tra generi: tra gag, canzoni serie e semiserie e scioglilingua, Proietti fa il verso agli attori boriosi e al teatro sperimentale. Indossa un ‘fumando’ (“smoking è il gerundio di smoke”) e chiude in tuba e pastrano con La signora delle camelie. Collezionando un pubblico da record, lo spettacolo tornerà in scena nel 1993, nel 1996 e nel 2000, in un memorabile one man show allo Stadio Olimpico.
1976, FEBBRE DA CAVALLO
Proietti e’ Bruno Fioretti, celebre e sfortunato truffatore che con gli amici – Armando Pellicci detto ‘Er Pomata’ (Enrico Montesano), ex fantino disoccupato, e il guardamacchine Felice Roversi (Francesco De Rosa) – va a caccia di stratagemmi per sostenere la fallimentare passione per le scommesse ippiche. Steno consacra l’attore al cinema con una pellicola che lascia la critica fredda ma diventa un cult. Nel 2002 Carlo Vanzina ne girerà il sequel, Febbre da cavallo – La mandrakata.
1983, CARO PETROLINI
Al teatro Argentina va in scena la summa del repertorio petroliniano, con la complicità della regia di Ugo Gregoretti. Da Nerone a Paggio Remando, da Gastone a Fortunello, Proietti rende omaggio all’ironia beffarda di un simbolo della vecchia romanità.
1996, IL MARESCIALLO ROCCA
Carabiniere irreprensibile, pronto alla battuta ma pudico nei sentimenti, onesto, senza grilli per la testa, entra nel cuore del pubblico come un vecchio amico, in una serie che va in onda per dieci anni, premiata da oltre 10 milioni di spettatori e seguitissima anche in replica. Sarà poi, tra l’altro, L’avvocato Porta per Canale 5 e il giornalista di cronaca nera Bruno Palmieri di Una pallottola nel cuore, ancora per la Rai.