Pagani, il 18 novembre udienza al Tar per la zona contestata

Il Comune, intanto, avvia un altro ricorso

La zona contestata tra i Comuni di Pagani e Sant’Egidio del Monte Abino sarà discussa al Tar della Campania sezione di Salerno il prossimo 18 novembre. Si tratta del precedente ricorso presentato dall’avvocato Renata Pepe: “È un ricorso ancora pendente, che ha impugnato la decisione della Provincia di Salerno”. In effetti, il legale aveva, lo scorso anno, compulsato la Regione Campania a dirimere la questione tra i due Comuni, ente che a seguito della sollecitazione, ha poi a sua volta interessato la Provincia di Salerno che, nel merito, è l’ente delegato. Il primo ricorso, in pratica, sarà discusso il 18 novembre dai giudici amministrativi che potrebbero emettere una sentenza in merito. Il lavoro dell’avvocato Pepe, incaricato da Palazzo San Carlo, è stato molto articolato, tanto da innescare un carteggio costante con Regione e Provincia. A questo primo ricorso, se ne aggiunge un secondo. Il Comune di Pagani, dopo il pronunciamento del consiglio provinciale sul confine, che ha visto soccombere la città di Sant’Alfonso, e l’inserimento della zona contestata nel puc di Sant’Egidio del Monte Albino, ha deciso di adire ad un secondo ricorso, affidando l’incarico allo stesso legale, l’avvocato Renata Pepe.

Volendo sintetizzare, sono due i ricorsi messi in campo, il primo ha un giudizio pendente, come detto in precedenza, il secondo presenta dei motivi aggiuntivi. I giudici, viste le novità, cioè l’inserimento nel puc santegidiese della zona contestata, potrebbero anche rinviare la seduta e recepire i motivi aggiuntivi del secondo ricorso. Insomma, la situazione è abbastanza complessa. Pagani ha comunque mosso le proprie osservazioni in merito al puc della vicina Sant’Egidio. La soluzione della Provincia di Salerno che avrebbe dovuto chiudere la disputa, potrebbe non essere sufficiente, poiché la questione è tornata nuovamente nelle mani della giustizia amministrativa. Il caso zona contestata è ancora una parentesi aperta.
Giuseppe Colamonaco
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