Nocera Inferiore, Campanile dell’Orco: strada dissestata ed ancora chiusa

Nessuna possibilità di facile accesso per i proprietari dei fondi

Campanile dell’Orco è una delle stradine di campagna tra le più suggestive di Nocera Inferiore. Il tratto viario collega la strada provinciale nocerina a quella di via Lavorate. Si tratta di un passaggio intriso di storia ed allo stesso tempo paesaggistico. Purtroppo, da diversi anni, la strada è chiusa da blocchi di cemento e non consente ai proprietari terrieri di accedervi con mezzi propri. L’unico modo per arrivare ai fondi è quello di andarci a piedi, con tutte le difficoltà del caso. Una stradina dissestata lungo tutto il tratto, andarci con una automobile, sarebbe solo rischioso. Il problema è stato sollevato più volte dai proprietari di appezzamenti agricoli che non riescono, in nessun modo, a manutenere i propri terreni. Erba alta, zone ricettacolo di rifiuti, luoghi frequentati da chi vuol essere al riparo da occhi indiscreti. Il tratto, pare sia di competenza provinciale, ed ha una potenzialità importante soprattutto per l’aspetto viario. Via Campanile dell’Orco potrebbe collegare la provinciale nocerina anche con la zona di Fiano. Una valvola di sfogo per meglio smistare il traffico cittadino. Il luogo è davvero caratteristico per il paesaggio, dalla cima della collinetta è possibile ammirare il Vesuvio, oltre ad avere una panoramica su buona parte dell’Agro nocerino – sarnese.

L’area distesa tra le colline di Torricchio  e Sant’Apollinare è intrisa di storia. Noto è il passo dell’Orco, tratto della via Popilia, attraversato da Annibale per distruggere la città di Nuceria Alfaterna. Ma oltre l’avvento del condottiero cartaginese, anche San Prisco, patrono di Nocera, utilizzò il passo per trasportarvi la fontana donata dal pontefice, oggi presente nella corte del vescovado. A pochi metri, inoltre, proprio al confine con Castel San Giorgio, è visibile la galleria ferroviaria borbonica, primo traforo del sud Italia, risalente al 1858. Insomma, storie, leggende e paesaggio, sembrano essere mortificati dal degrado che persevera in zona. L’area ha sicuramente uno spiccato senso naturalistico e potrebbe costituire un elemento aggiuntivo ai luoghi di interesse pubblico. È in sintesi questo l’appello che i proprietari terrieri rivolgono agli organi competenti, nella speranza di rivedere a nuova vita, un posto di estrema bellezza, che gli stessi nocerini non conoscono in pieno. Per avere un’idea di quanto si è perso in questi anni, l’unica cosa possibile è quella di guardare con occhi propri, l’area in tutta la sua interezza. Dopo la salita per la strada dissestata, ci si affaccia su uno dei panorami più belli al mondo, qui è possibile ammirare il Vesuvio quasi fosse dipinto sull’orizzonte. Uno scenario, come già detto, suggestivo, ricco di una naturalezza che pare dare spazio ad un mondo nuovo e mai visto prima.
Giuseppe Colamonaco
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