Massimo Civale, dopo il ricovero in un reparto covid, racconta la sua storia

“No, non è una febbre come tutte le altre”. Arriva l’appello: rispettate le regole

Il nocerino Massimo Civale vince la sua battaglia contro il Coronavirus. È stata davvero dura sopravvivere alla malattia per l’ideatore e promotore della kermesse nazionale “Ragazza Cinema Ok”. Ricoverato più di un mese in un reparto covid ha lottato con tutte le sue forze per tornare a vivere. Perché di questo si tratta, superare il tunnel del Sars-Cov2, significa rinascere. Civale è un volto noto di Nocera Inferiore, alle sue spalle una carriera trascorsa in gran parte nel mondo dello spettacolo, tra radio, tv e concorsi di bellezza, il curriculum è davvero ampio. Insieme ai fratelli ha fondato radio Studio 56, una delle prime emittenti radiofoniche nocerine, con sede in via Siciliano nel quartiere Casolla. Sin da piccolo il senso artistico scorreva già nelle sue vene, tanto da diventare un percussionista-batterista e così a 12 anni, insieme a degli amici, fonda il gruppo musicale I Deep Sound. Tre anni dopo viene premiato in occasione della festa di Materdomini di Nocera Superiore come il più giovane e bravo batterista della provincia di Salerno. Una carriera artistica corposa, note le collaborazioni con Fausto Leali, I Condors, The Civale Brothers, nonché l’organizzazione di concerti ed eventi che ha visto ospitare artisti come Franco Califano, Fred Bongusto, New Trolls,  Formula 3, Ornella Vanoni, Pino D’Angiò e tanti altri. Un mondo dinamico che lo ha sempre circondato h24 e che il Covid-19 ha interrotto all’improvviso.

Oggi, grazie alle cure dei medici, Civale è fuori pericolo, ma ha voluto raccontare la sua esperienza: “Il vero nemico è il virus. Siamo in guerra contro un nemico invisibile è pericolosissimo, una  battaglia difficile contro questo maledetto covid, solo con l’aiuto del Signore Gesù Cristo e con la fede sto cercando piano piano di superare questo nemico”. Massimo si è rifiugiato in Dio per continuare a vivere, sopraffatto da un male subdolo e diabolico: ” No, non è una febbre come tutte le altre. Non ci sono antibiotici che tengano. Nel delirio, nel sudore e nell’ansia si perde all’improvviso ogni sapore, ogni odore, il respiro diventa affannoso giorno dopo giorno, poi quasi non si avverte più. Ed è a quel punto che si corre in ospedale e si scopre di avere una polmonite bilaterale”. La testimonianza di Massimo Civale ha una doppia lettura, quella di un dramma vissuto in prima persona e quella di un avvertimento per chi resta ancora scettico. “Ho letto tante sciocchezze in giro, ho visto troppa superficialità. – ha ribadito l’artista nocerino –  E allora ho capito che devo scrivere la mia esperienza, potrà servire come testimonianza la sofferenza, non solo mia ma di tante persone, ricoverate come me. Il coronavirus esiste eccome. In pericolo c’è la nostra vita e quella dei nostri cari e non si deve arrivare a capirlo soltanto se si finisce ricoverati con una maschera addosso per poter respirare”. Parole forti che hanno segnato un uomo nel profondo del suo animo. Non è mancato, però, l’appello alla cautela: “Vi invito per il vostro bene a rispettare le uniche protezioni di difesa anticovid che conosciamo: mascherina, distanza e lavare le mani spesso”. Civale adesso sta meglio, respira regolarmente ed è praticamente rinato, ma la voce fa ancora un po’ di fatica ad emettere suoni fluidi e netti. Ci vuole ancora un po’ per arrivare al 100%, l’importante è però di aver superato il peggio.
Giuseppe Colamonaco
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