Fiume Sarno, sequestrate aree con rifiuti e denunciati due imprenditori

I carabinieri del Noe hanno operato in un un’azienda di recupero rifiuti a Sarno e una di materiale ferroso di Pagani. Nei guai un imprenditore di Nocera Inferiore ed uno paganese

Proseguono serrati i controlli dei carabinieri del Comando per la Tutela Ambientale nei confronti delle aziende operanti nelle aree attraversate dal fiume Sarno, al fine di individuare ed interrompere le attività illegali che influiscono sullo stato di salute del corso d’acqua.

Nel corso delle ultime settimane, i carabinieri del Noe di Salerno hanno effettuato ulteriori accessi presso gli opifici industriali operanti nell’area di bacino del Sarno e dei suoi principali tributari, i torrenti Solofrana e Cavaiola, al fine di verificare la presenza di scarichi abusivi, la regolarità dei titoli autorizzativi e le modalità di trattamento dei rifiuti.

È noto infatti che anche lo stoccaggio di rifiuti in aree non autorizzate, per lo più scoperte ed esposte agli agenti atmosferici favorisce la formazione di reflui che, laddove non convogliati in un sistema di raccolta e depurazione, costituiscono un fattore in grado di inquinare i terreni e le falde sotterranee.

SARNO
I militari del Noe hanno condotto accertamenti in pregiudizio di un impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi operante nella locale area Pip di via Ingegno, nel corso dei quali è stata rilevata la presenza di consistenti cumuli di rifiuti speciali all’interno di un’area non autorizzata.

Al termine delle operazioni l’area, estesa su una superficie di 2.000 metri quadrati, su cui erano stoccate circa 700 tonnellate di miscele bituminose, rifiuti da demolizione e terre da scavo è stata posta sotto sequestro. Contestualmente il titolare dell’impresa, è stato deferito in stato di libertà per il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata sanzionato dal Testo unico Ambientale.
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PAGANI
Condotti accertamenti anche in pregiudizio di un impianto di recupero e riciclaggio di cascami e rottami metallici, nel corso dei quali i carabinieri del Noe hanno rilevato la presenza di circa 35 tonnellate di rifiuti speciali costituiti da metalli ferrosi, apparecchiature fuori uso, ferro e acciaio ed imballaggi in materiali compositi, stoccati illecitamente ed in modo incontrollato in un’area di piazzale scoperta ed esposti agli agenti atmosferici. L’area di circa 400 metri quadrati è stata posta sotto sequestro.

Anche in tal caso il legale rappresentante, è stato deferito in stato di libertà per il reato di attività di gestione di rifiuti non autorizzata. L’attività di stoccaggio abusivo di rifiuti concretizza un reato permanente in grado di provocare danni alla salubrità ambientale ed in tal caso ricorrono i presupposti per l’adozione del provvedimento di sequestro poiché la libera disponibilità delle aree adibite allo stoccaggio illecito di rifiuti può produrre permanenti danni all’ambiente circostante.

Gli illeciti in contestazione sono stati verificati dai carabinieri a conclusione di accertamenti delegati nell’ambito di indagini disposte dai Sostituti procuratori Anna Chiara Fasano e Claudia Colucci e coordinate dal Procuratore della repubblica Antonio Centore e si inseriscono nel più ampio quadro delle attività di controllo tese alla repressione di reati ambientali consumati nelle aree rientranti nel Bacino Idrografico del fiume Sarno.

In accoglimento delle richieste della Procura, il Gip ha convalidato i sequestri operati dal Noe ed ha emesso distinti decreti di sequestro preventivo delle aree al fine di interrompere le criticità riscontrate e salvaguardare la salute dei cittadini e la salubrità ambientale.

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