Ente Idrico Campano, è polemica sul voto dei sindaci sull’acqua pubblica

Gli attivisti chiedono trasparenza

Le recenti elezioni suppletive, che hanno riguardato il distretto Sarnese – Vesuviano, hanno innescato molte polemiche da parte degli attivisti per l’acqua pubblica. “In tanti ci chiedono di fare i nomi dei sindaci che hanno votato contro l’acqua pubblica nel rinnovo parziale del consiglio di distretto Sarnese Vesuviano. – hanno dichiarato i sostenitori della rete civica – Ribadiamo che secondo la legge regionale il voto è segreto e solo i sindaci – e le loro coscienze – sanno come hanno realmente votato nella cabina elettorale. Ma non è impossibile analizzare il voto e capire cosa è successo. Sappiamo però con certezza chi non si è recato a votare: Angri, Bracigliano, Castel San Giorgio, Cicciano, Comiziano, Sant’Egidio Montalbino, San Valentino Torio”. Il non voto è uno dei punti sottolineati dagli attivisti. Un aspetto della polemica che, aggiunto al voto contrario sull’acqua pubblica, ha esacerbato gli animi. I Comuni per l’acqua pubblica hanno eletto 3 nuovi consiglieri del distretto: Gianluca Del Mastro (sindaco di Pomigliano d’Arco), Pasquale Di Marzo (sindaco di Volla) e Maurizio Falanga (sindaco di Poggiomarino). Il gruppo favorevole all’acqua pubblica è composto da 14 consiglieri, mentre 16 sono quelli della compagine contrapposta. “Chiedete al vostro sindaco come ha votato”, hanno commentato gli attivisti della rete civica. Il punto principale della questione è questo, conoscere quali sindaci sostengono l’acqua pubblica.

Manlio Torquato e Raffaele Maria De Prisco, rispettivamente primi cittadini di Nocera Inferiore e Pagani, sono tra questi. Lo hanno reso noto pubblicamente. Purtroppo, ci sono sindaci che a distanza di alcuni giorni dalle elezioni, non hanno ancora palesato il proprio voto. “Molti sindaci hanno sostenuto e votato la lista per l’acqua pubblica, ma tanti altri no: evidentemente qualcuno ritiene che la gestione del servizio idrico nel nostro territorio non abbia problemi e che non abbia valore la volontà popolare espressa dal 98% dei cittadini col referendum del 2011”, hanno ribadito dalla rete civica. Attualmente il distretto è spaccato a metà e diviso sul discorso acqua pubblica. In virtù di questo aspetto, la richiesta è quella di sapere quali sono le intenzioni sulla gestione del servizio idrico, se questa è indirizzata sul versante bene pubblico, oppure, orientata sul fronte privato. Inoltre, pare che qualche sindaco, fervido sostenitore della ripubblicizzazione dell’acqua, abbia cambiato idea. Ecco perché è in auge la richiesta di palesare il voto, in modo che i cittadini possano conoscere se il loro sindaco è a favore del servizio pubblico o di quello attuale. La trasparenza dovrebbe essere da parte degli organi istituzionali un atto dovuto e non un piacere una tantum.

Giuseppe Colamonaco

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