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Dopo un incontro tra sindacati e distretto sanitario, rinviata la discussione a un incontro alla direzione generale dell’Asl Salerno


Riteniamo che il nostro ambulatorio sia al centro di un’azione discriminatoria da parte dei dirigenti del Ds60 che va avanti da tempo e che ha determinato danni enormi ai nostri pazienti e al nostro centro.
1. A settembre 2019 sono state bloccate le autorizzazioni a 120 persone, per lo più minori, interrompendo la continuità terapeutica.
2. Da febbraio 2020 sono stati bloccati i nuovi ingressi con la motivazione che Villa Dei Fiori aveva superato il tetto di spesa: solo dopo 2 mesi? Hanno detto che questo risultava dal monitoraggio, che invece riportava un non utilizzo di fondi pari a 300.000 euro. Senza contare che, lo dice la ASL, il monitoraggio è solo una proiezione statistica, tanto più aleatoria se basata sul primo bimestre.
3. Nel periodo Covid hanno rifiutato di autorizzare tutti i nuovi ingressi urgenti, molti dei quali in continuità terapeutica, che sono stati autorizzati con 3 mesi di ritardo.
4. Hanno scritto che avrebbero autorizzato i nuovi ingressi in presenza di dimissioni: invece a fronte di 83 dimissioni sono state concesse solo 16 autorizzazioni, per giunta senza alcun criterio razionale, risultando quindi del tutto casuali o arbitrarie.
5. Non hanno mai risposto a centinaia di nostri solleciti per l’autorizzazione a persone che hanno bisogno in modo urgente di usufruire delle terapie prescritte dai medici specialisti della ASL.
6. Dal 18/3/20 hanno preteso la lista dei nostri pazienti in attesa di autorizzazione. Cosa mai accaduta prima in quanto gli adulti entravano immediatamente in terapia senza entrare nella lista di attesa. Gliela abbiamo data e da allora la nostra lista viene cannibalizzata. I nostri pazienti vengono indirizzati formalmente in altri centri e avviati senza neanche entrare nella loro lista di attesa e iniziando immediatamente la terapia, pur avendo quei centri superato il budget in proiezione, uno addirittura per 723.792,65 euro. Abbiamo testimonianze di pazienti che lo dimostrano in modo inequivocabile.
7. Il Distretto sanitario n.60 è quello che ha una spesa procapite per la riabilitazione tra le più basse della Asl che è a sua volta al di sotto della media regionale. Eppure anziché aumentare gli assistiti li diminuisce: dal confronto dei bilanci ASL 2018-2019 risulta la diminuzione dei pazienti in terapia nel DS 60 addirittura del 9% a fronte di un aumento del Ds 62 del 41%, del Ds 63 del 22% e Ds66 del 55%. Pertanto altri centri vengono favoriti 2 volte: la prima assegnando al Ds 62 il doppio dei fondi del DS 60, la seconda permettendogli di sforare senza freni inibitori (accogliendo i nostri pazienti).iscriviti-al-nostro-canale-telegram-rtalive
8. Dai monitoraggi ASL risulta al 30/8 un sottoutilizzo di fondi ASL già stanziati per la riabilitazione di 3ML, cifra che nei prossimi mesi potrà solo aumentare. Eppure non si dà assistenza. È un paradosso insopportabile, esattamente come il paradosso per cui il nostro Centro è sotto budget e nonostante questo il Ds60 nega ai malati le autorizzazioni e mette a rischio i lavoratori. Mentre in tutto il paese la volontà è quella di aumentare i fondi per la sanità, da noi non vengono utilizzati neanche quei pochi già stanziati. Una follia.
9. Ai sensi dell’art. 4 c.4 del contratto abbiamo chiesto alla ASL (che, ripetiamo, ha un sottoutilizzo del budget di 3ML) l’incremento di n. 1.912 terapie ambulatoriali per un importo di € 81.319,22 e di n. terapie domiciliari 734 pari ad € 33.602,52 per un totale di € 114.921,74. Tale incremento consentirà di dare risposte ai minori ed adulti che si stanno aggravando che attendo da mesi l’entrata in terapia prescritta dagli specialisti della ASL. Siamo in attesa di risposta.
10. Questa situazione oltre a determinare, appunto, un aggravamento delle condizioni di salute, ha disincentivato la riabilitazione (che è una forma fondamentale di prevenzione), con persone che dopo mesi di attesa hanno rinunciato alle cure, oppure con sacrifici enormi sono ricorsi al privato non accreditato o, infine, hanno dovuto accettare loro malgrado di farsi curare in strutture che non avevano scelto. 13. Dal punto visto dei lavoratori, tutto questo determina il rischio molto concreto di licenziamenti di personale qualificato, tanto è vero che i sindacati hanno dichiarato da tempo lo stato di agitazione. Questo in un momento in cui la situazione occupazionale, anche a causa del Covid, è particolarmente pesante.
11. Ricordiamo infine che il Ds60 rifiuta di dare spiegazioni e rifiuta il dialogo con tutti. Non si è presentato alla riunione convocata dalla ASL e nemmeno a quella, con tutti comuni del distretto, convocata a inizio agosto dal sindaco di Roccapiemonte per scongiurare il rischio occupazionale.
Dott.ssa Antonella Derna

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