Urge un piano socio-economico che preveda immediati indennizzi
Il delegato della Confesercenti paganese, Davide Baldi, non le manda a dire: “bene le misure per limitare il contagio, ma ci siano misure per il ristoro delle categorie commerciali colpite”. È in sostanza il punto cardine del ragionamento che fa la Confesercenti della città di Sant’Alfonso. “Nonostante la seconda ondata pandemica sia stata ampiamente prevista, – ha dichiarato il delegato territoriale – poco è stato fatto dal governo e dalle amministrazioni locali per prepararsi a questo evento. A distanza di sette mesi dal primo lockdown, dispiace dirlo ma la sanità è di nuovo in affanno, i trasporti sono inadeguati, le scuole sono chiuse ed ora ci apprestiamo a recepire ulteriori misure di contenimento che prevedono un coprifuoco generale a partire dalle ore 23 e fino alle ore 5 del giorno successivo”. Una riflessione che riguarda non solo i commercianti della città dell’Agro, ma tutte le attività economiche della Campania. L’osservazione, infatti, ha un raggio ben più ampio. “Purtroppo in questi mesi poco è stato fatto per risolvere i problemi concreti, – ha rilanciato Baldi – tranne che una elemosina pre-elettorale, in questa fase i dpcm e le ordinanze si susseguono a ritmo vertiginoso e le nostre associazioni di categoria a differenza dei mesi scorsi non vengono nemmeno più ascoltate.
Fatto questo piccolo sfogo iniziale, bisogna prendere atto che ci troviamo nuovamente in una emergenza sanitaria che va contrastata con ogni mezzo, perché la salute pubblica è prioritaria su ogni altro diritto, detto questo però bisogna anche affermare che queste nuove misure di contenimento vanno a penalizzare soprattutto gli operatori della ristorazione che tanto hanno investito in questi mesi per adeguare le loro attività a tutte le misure contenute nei vari provvedimenti. Urge pertanto un piano socio economico che preveda immediatamente degli indennizzi per le attività che risultano gravemente colpite dalle nuove disposizioni”. La chiusura dalle 23 alle 5 del mattino è una delle misure che molti esercenti non condividono, ma che inevitabilmente, vista l’impennata dei casi positivi, la Regione ha adottato. “In sintesi – ha concluso il rappresentante della Confesercenti – vanno bene tutte le misure che risultino essere necessarie per contrastare il diffondersi del virus, ma servono altrettante misure economiche che prevedano un ristoro per le categorie commerciali colpite, in altre parole, urgono misure governative che distribuiscano aiuti economici a fondo perduto per le attività produttive con la stessa rapidità con cui fino ad oggi si è finanziato il reddito di cittadinanza”.
Giuseppe Colamonaco