La segreteria provinciale della Fials (Federazione italiana autonomie locali e sanità), in virtù della “diffusione ormai fuori controllo dei contagi tra gli operatori afferenti al presidio ospedaliero Umberto I di Nocera”, si legge in una nota, “ritiene doverosa la chiusura temporanea e la sanificazione di tutti i luoghi potenzialmente infetti”.
È questa la richiesta dei sindacati per arginare la propagazione del Coronavirus all’interno dei locali della struttura sanitaria nocerina. L’intervento andrebbe a tutelare i lavoratori ed eviterebbe ulteriori contagi. La richiesta é stata inoltrata al direttore generale Mario Iervolino, al direttore sanitario Ferdinando Primiano, al direttore sanitario Dea Nocera-Scafati-Pagani Maurizio D’Ambrosio ed al direttore servizio prevenzione e protezione Aristide Tortora. La situazione appare molto complicata, tanto da ritenere che vengano rivisti i protocolli di sicurezza. “In considerazione dei dati degli ultimi giorni, – ha continuato la Fials – c’è il forte sospetto che ogni reparto della struttura possa essere non più scevro dal pericolo di contagio; si richiede pertanto un intervento di sanificazione e uno screening periodico di monitoraggio di tutto il personale. Ancora, i dati testimoniano che i protocolli o presunti tali messi in atto si siano rivelati del tutto fallimentari creando una commistione tra utenti afferenti a strutture Covid (P.O. Scafati) e utenti afferenti a strutture Covid free (P.O. Nocera)”.
Varie sono state le soluzioni proposte ai vertici sanitari: dalla ridefinizione dei processi organizzativi e assistenziali, alla individuazione di referenti sanitari per la sicurezza Covid-19, passando per il rafforzamento dei programmi e dei principi fondamentali di prevenzione e controllo delle infezioni correlate all’assistenza, alla formazione ed addestramento del personale per la corretta adozione delle misure di prevenzione, protezione e precauzioni di isolamento, nonché all’implementazione di un piano di monitoraggio dell’applicazione delle procedure previste. È questo il succo di un lungo elenco di cose da fare. “Considerate le numerose segnalazioni in merito ai lunghi tempi intercorrenti tra l’effettuazione del tampone e la redazione del referto, l’assenza di protocolli ad hoc che inquadrino i soggetti tenuti all’isolamento, l’assenza di protocolli comportamentali, – ha concluso la segreteria della Fials – chiediamo di tracciare una rete di contatti dei soggetti fortemente sospetti o risultati positivi per Covid19 per poi sottoporli immediatamente a tampone. Inoltre, riteniamo fondamentale in attesa del referto, collocare il dipendente in isolamento preventivo/protettivo qualora sia venuto a contatto con altri operatori o con soggetti risultati positivi. Il contact tracing, in combinazione con l’individuazione precoce dei casi e in sinergia con altre misure come il distanziamento fisico, è un’azione essenziale per combattere l’epidemia in corso, nonché a fini preventivi. Lo scopo di identificare e gestire i contatti dei casi probabili o confermati di Covid-19 è quello di individuare e isolare rapidamente i casi secondari, per poter intervenire e interrompere la catena di trasmissione”. Misure tese a tutelare la salute psico-fisica dei lavoratori. La Fials ha chiesto un confronto sull’argomento, una risposta scritta e che i cambiamenti suggeriti vengano apportati.
Giuseppe Colamonaco
![loading ads](https://www.rtalive.it/wp-content/plugins/slider-wd2/images/ajax_loader.png)