Covid 19 e San Gregorio Armeno. Due strade inconciliabili?

Tradizione millenaria partenopea

Con il Covid 19 San Gregorio Armeno, la tradizionale strada dei Pastori, è a rischio. C’è il pericolo serio che quest’anno ci saranno davvero pochissimi turisti ad ammirarla. Peggio, che non si faccia proprio. E’ una tradizione storico millenaria partenopea che va salvaguardata, protetta, sempre. San Gregorio Armeno ogni anno ospita centinaia di visitatori da tutto il mondo. Negli anni passati la folla ingente era tale da impedire il cammino. Ora con il 2020 i tanti artigiani che lavorano nelle storiche e famigerate botteghe, intendono proteggere il proprio lavoro. Dalla malattia certo, ma anche per tradizione storico culturale, dal fallimento. E’ uno dei motivi che spinge i turisti ad affollare le vie e i quartieri di Napoli. Rappresenta il Natale, con la sua magia e con tutte le sue tradizioni. Luci, colori, atmosfera di festa, gioia e canti rallegrano, in questa strada, il periodo della natività del Signore. Non solo. Lì sorgono tantissimi piccoli chioschi, negozi di generi alimentari, abbigliamento, souvenir, eccetera. Persino storici pulcinella che vendono “cornetti rossi” antisfortuna. Inoltre vi girano gli antichi “fattucchiari” con tanto di ampolla e incenso contro il malocchio e la “seccia”. Insomma, chiudere o circuire San Gregorio Armeno che rappresenta il cuore e le belle tradizioni napoletane, significa perdere molto. Turismo, allegria e perché no, anche il Natale che ci rappresenta e che attira visitatori da ogni parte del globo. Bisogna salvaguardare questa tradizione. Bisogna sostenerla e con essa gli artisti che ogni anno lavorano per renderla ogni volta presente, ogni volta migliore.

Qualche giorno fa, gli stessi commercianti si sono riuniti in gruppo in Piazza Del Gesù per simulare un piano Natale per quest’anno difficile. Piano che potrebbe saltare a causa delle nuove e sempre più crescenti restrizioni in concomitanza con l’aumento vertiginoso dei casi in Campania. I bottegai sanno bene che nel 2020 l’afflusso turistico sarà drasticamente ridotto. Un ulteriore lockdown distruggerebbe tutto. Ed è questo che si vuole assolutamente evitare. L’augurio è che la situazione quantomeno rientri in parametri tali da definirsi “normali”. Ma la domanda che resta è: come sarà questo Natale 2020? Saranno quantomeno salvaguardate le tradizioni che rappresentano le nostre origini e le più antiche napoletane? Si spera di si. Ma fare un bilancio o un pronostico è troppo presto. Si resta col fiato sospeso. Si teme che il Covid possa essere anche “confuso” con l’influenza stagionale e provocare così ulteriore panico. La tensione è alta. La preoccupazione, ancora troppa. Il timore di perdere il posto di lavoro e il guadagno quotidiano per i piccoli medi artigiani è sfortunatamente reale.

D. D.
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