Casoria. Ennesima protesta contro le nuove restrizioni

“Tu ci chiudi, tu ci paghi!”, è lo slogan di una manifestazione che partirà oggi alle ore 18 a Casoria

I commercianti, stufi delle continue restrizioni e del possibile nuovo lockdown, protestano contro le decisioni del governo. Oggi pomeriggio sfilerà il corteo. Partirà da Piazza Cirillo e si concluderà a Napoli presso la rotonda Diaz. Naturalmente i partecipanti saranno muniti di mascherina e, come detto da loro stessi, rispetteranno il distanziamento sociale. Vogliono più diritti, più sicurezze, ovviamente meno incertezze per il futuro. Una nuova chiusura e possibili ulteriori restrizioni, rappresenterebbero la fine non solo per l’economia italiana, ma anche per centinaia di famiglie a Casoria e nel napoletano. Nessuno vorrà manifestare con violenza. Si prepareranno striscioni, cartelloni, ma non si aggredirà ne si inveirà contro nessuno. Come avvenuto nei giorni scorsi dopo le sanguinose proteste della settimana scorsa, il popolo vuole mostrare il proprio disappunto, ma in maniera pacifica. “Responsabili sì… Ma non possiamo starcene chiusi in casa mentre i privati dei tamponi a pagamento  speculano sulle nostre vite – hanno detto i partecipanti – Mentre l’incertezza del futuro e le paure di questo momento non trovano risposte dalle istituzioni.

Vogliamo reddito garantito per tutti tassando i grandi patrimoni; non vogliamo più lavorare a nero ed essere schiavi di questo sistema – concludono – Vogliamo che le nostre vite vengano prima dei vostri profitti”. Non dimentichiamo che Casoria è confinante anche con Arzano, chiusa per Covid a causa degli eccessivi contagi. Fino a qualche giorno fa si parlava anche di una possibile chiusura per la città. Pericolo, almeno per ora, scongiurato. La gente ha paura. Ovunque circola un’aria di tensione, si temono nuove chiusure e il ritorno alla tetra atmosfera purtroppo vissuta la scorsa primavera. Qualche giorno fa il sindaco Raffaele Bene ha decretato la chiusura dei parchi pubblici, fino al 16 novembre e del cimitero. Quest’ultimo, almeno fino all’8 novembre. Non c’è più certezza per il futuro ne buoni propositi. Solo timori e incertezze. La protesta di oggi, si suppone, sarà l’ennesima di tante altre che ne seguiranno.
D. D.
iscriviti-al-nostro-canale-telegram-rtalive

loading ads