Diversi punti ancora da chiarire sulla bimba trovata morta mercoledì scorso sotto una siepe. Ecco cosa non torna
E’ trascorsa la prima domenica di settembre e sembra che quasi tutto il clamore della morte di una neonata sia svanito con il pranzo domenicale o una delle ultime passeggiate serali prima dell’autunno. Anche l’attenzione sul caso della piccola Maria, la neonata trovata morta sotto una siepe al civico 234 di via Roma a Roccapiemonte, invece, è scemata e sui social si diradano i commenti. La maggior parte dei commenti erano contrari alla decisione del Gip Levita che non ha convalidato il fermo di Massimo Tufano, uno dei presunti genitori della bimba, mentre ha destinato in carcere, una volta dimessa dall’ospedale, la madre, Margherita Galasso. Pochi quelli che si dicono dubbiosi sui fatti e sulla non responsabilità dell’uno o dell’altro o di entrambi. Ma si sa, sull’onda mediatica si creano diversi “partiti”.
La procura continua la sua indagine per fare luce su quante è accaduto. Gli elementi dell’inchiesta sono finora diversi e tutti dovranno quadrare.
1. Il primo elemento è l’orario di ritrovamento del corpicino, alle 19 del 2 settembre. Il corpicino era deceduto dopo un’ora, un’ora e mezzo dalla nascita. Il parto è avvenuto, secondo i medici dell’ospedale che hanno visitato Margherita Galasso, madre della bimba, 24-36 ore prima della visita della puerpera, la sera del 2 settembre. Quindi, mettendo insieme i tre parametri, se non sono errati, il corpo sarebbe rimasto abbandonato sul posto dopo essere stato lanciato dal balcone anche per più di un giorno prima da quando è stato ritrovato. Questo non è facilmente ipotizzabile, anche perché verrebbe da chiedersi perché come mai nessuno se ne sia accorto prima che il corpicino era lì sotto la siepe, in una zona visibile. Lo stesso Tufano ha detto di non averlo visto il 2 settembre mattina. Altra ipotesi, è quella che il corpo sia stato gettato lì dopo un giorno e più dalla nascita: per tutto questo tempo il cadavere della piccola dove è stato?
Un problema che il Gip Luigi Levita ha sottolineato nel suo provvedimento: «Il tribunale non ignora che ritenere astrattamente possibile il fatto che la neonata si è stata uccisa nella serata del 31 agosto comporterebbe, quale conseguenza logica, che cadavere abbia giaciuto nei pressi della siepe sino al suo ritrovamento del 2 settembre senza che alcuno dei condomini – ivi incluso lo stesso Tufano il quale ha specificato di essere passato di lì proprio una mattina del 2 settembre per andare a prendere l’auto… – si sia accorto della presenza del piccolo cadavere; tuttavia un elemento negativo (ossia il fatto che nessuno abbia visto il cadavere) non può dedursi in senso assolutamente dirimente che quel cadavere non sia stato in quella posizione fino al 31 agosto, soprattutto alla luce del dato medico».
2. Tufano ha dichiarato di non aver mai saputo della gravidanza della moglie. A dicembre, il marito avrebbe lasciato casa per farvi rientro a gennaio: da allora non si sarebbe accorto della gravidanza della moglie. Un fatto non comunissimo, non avere problemi durante la gestazione, tra l’altro in una donna di 42 anni, età non facile per avere una gravidanza. Tufano dice nel contempo di non sapere della moglie incinta, anche perché spesso a letto, e di ritenere che quello non fosse figlio suo.
Il 31 agosto, poi la moglie avrebbe avuto perdite di sangue, tanto che il marito l’avrebbe aiutata a ripulire e a cambiarsi. Visto che Margherita Galasso sarebbe stata spesso a letto per lungo tempo o che la sera del 31 agosto avesse avuto perdite ematiche ci si aspetterebbe che sia stata visitata da un medico da gennaio in poi o dopo queste perdite o si sia pensato di farlo. Bisogna comprendere se questo è avvenuto, quando, soprattutto da chi e chi lo sapesse.
La 42enne aveva dei problemi psicologici, ma questo può essere la giustificazione di tutto?