Residenti sul piede di guerra per il “balzello” annuale
È la tassa che i cittadini dell’Agro nocerino – sarnese pagano ogni anno per la bonifica operata dal consorzio del comprensorio del Sarno e che ricade non solo sui terreni, ma anche sui fabbricati. Antonio Della Corte, cittadino di Pagani, ha voluto vederci chiaro ed ha denunciato l’ente consortile per mancanza di trasparenza. Sotto la lente d’ingrandimento, la quota del 2020 che, secondo Della Corte, vedrebbe una aggiunta in bolletta di 5 euro in più non bene specificati. Nell’esposto, inviato alla procura di Nocera Inferiore, ai commissari prefettizi, all’Arera ed al presidente De Luca, si legge: “Tornando all’oggetto della lettera, per quest’anno nell’aprire l’odiato e abusato tributo (sui quali società di recupero crediti senza scrupoli applicano fermi amministrativi di immobili per cifre irrisorie, in sfregio ad ogni comportamento tributario sensato) abbiamo tutti notato che all’interno della descrizione del dettaglio di somma richiesta , mancava l’importo della spedizione, che già di per se è un atto di formale annullamento dell’atto perché viola l’essenziale requisito di trasparenza necessario per un ente di natura tributaria; ma cosa più grave nello stupore generale è che questo ente, che ha inviato con posta massiva gli avvisi di pagamento per l’anno 2020, ovvero dal costo di massimo 0,40 centesimi ad invio, ha inserito all’interno del conto mediamente a tutti gli utenti, o quantomeno le decine di persone da me intervistate, un carico medio di circa 5 e passa euro non documentati o specificati. Con tale opaca e grave procedura, un importo di 12 euro circa veniva artificiosamente e senza alcuna descrizione portato a 17,50 euro , oppure un altro importo più oneroso da 81,54 euro veniva lievitato senza alcuna giustificazione o specifica a 88,51€, trasgredendo ogni forma di legalità tributaria”.
Della Corte, inoltre, ha chiesto l’annullamento del ruolo relativo all’anno in corso, poiché “non incontra i requisiti di trasparenza necessari, ed invito ancora una volta ad intervenire sulla gestione e sulla legittimità tributaria di questo ente, alla luce delle ripetute sentenze giurisprudenziali che ne hanno sancito l’illegittimità circa gli immobili urbani”. Proprio su quest’ultimo aspetto, cioè quello dei fabbricati, ci sono state molte contestazioni negli anni, con tanto di ricorsi. Infine, “il costo pratico del ricorso per ottenere giustizia e ben superiore al balzello stesso, ma questa è ancora un’altra storia di mala gestio della cosa pubblica”, ha evidenziato Della Corte.
Giuseppe Colamonaco