Il colonnello transalpino, che si sarebbe mosso in tutta la Campania, avrebbe dato un documento segreto agli uomini di Putin. Fermato
Documenti segreti presi dalla Nato e passati ai russi, Con questa accusa è finito nell’occhio del ciclone un alto ufficiale francese di stanza alla base di Napoli, la Joint Force Command (JFC) a Lago Patria, e che si sarebbe aggirato in tutta la Campania e non solo. Un tenente colonnello di stanza in una base Nato in Italia è sospettato di aver fornito documenti sensibili ai servizi segreti russi. Lo rivela Europe 1, spiegando che l’ufficiale è stato incriminato per tradimento. L’uomo è stato arrestato dalla Direzione generale della sicurezza interna (Dgsi), mentre era in procinto di rientrare in Italia al termine delle vacanze. È stato portato al carcere La Santé a Parigi. Il caso, che risale a una decina di giorni fa, è stato confermato dalla ministra della Difesa Florence Parly a Europe 1: “Posso confermare che un alto ufficiale è sottoposto a procedimento giudiziario per attentato alla sicurezza”. Secondo le fonti dell’emittente Europe 1, l’ufficiale francese sospettato di spionaggio a favore dei servizi segreti russi era di stanza nella base nato di Napoli.
Ha 50 anni, è padre di 5 figli e parla correntemente russo. Sarebbe stato visto insieme ad un agente dei servizi russi. Il tenente colonnello è stato fermato dalla Dgsi, i servizi di sicurezza francesi, una decina di giorni fa, al termine delle vacanze che aveva trascorso in Francia, proprio mentre si apprestava a rientrare in Italia. E’ stato denunciato e posto in stato di detenzione provvisoria nel carcere parigino della Sante’.
“Abbiamo preso tutte le misure necessarie. Ora la giustizia deve poter fare il suo lavoro nel rispetto del segreto istruttorio”, ha aggiunto Parly, sottolineando che “spetta alla giustizia dire di cosa è colpevole e se è colpevole”. La ministra era venuta in luglio a Roma per incontrare il collega italiano Lorenzo Guerini. Qualche settimana fa’, aveva tenuto banco un altro caso di agenti traditori, questa volta a favore della Cina all’interno della Dgse (l’intelligence esterna). Due ex spie, ormai in pensione, erano state condannate per scambi di informazioni con il nemico e alto tradimento a una pena di dodici e otto anni di prigione.