Ancora sconosciuti i programmi elettorali. Speriamo che il 20 e il 21 settembre non sia una conta a chi ha più amici, parenti e piatenti
La prima settimana di campagna elettorale sta per terminare e i programmi elettorali sono ormai un lontano ricordo, una mera formalità utile solo per presentare la lista elettorale presso l’ufficio elettorale del Municipio.
Quattro candidati sindaco e ben 64 candidati al consiglio comunale che finora hanno esclusivamente invaso non le piazze o le strade cittadine bensì le bacheche dei social network con l’impegno a fare un qualcosa. Che cosa? non è dato ancora saperlo e ci auguriamo che i marzanesi sappiano chiederlo a coloro che si presenteranno nelle loro case, che entreranno nelle app di messaggistica del proprio smartphone o che lo faranno squillare per chiedere loro il voto. Ma il voto per cosa? Dopo 10 anni buttati via, serviti solo a pagare le indennità di amministratori fallimentari e a far aumentare l’indebitamento netto dell’Ente, la situazione è drammatica. Nessuno al momento parla dello stato finanziario dell’Ente, ne delle percentuali di raccolta differenziata piuttosto che del costo del servizio, ne della situazione degli istituti scolastici e cosa si pensa di fare alla ripartenza delle lezioni tra spazi, distanziamento e casi di contagio. Questa elezione senza dubbio è la più rosa della storia del piccolo paese dell’Agro. Ben 3 donne candidate a sindaco e tutte avvocatesse sebbene con profili professionali diversi.
E ben 30 candidate al consiglio comunale. Tanti gli amministratori uscenti ricandidati, tra i quali tutti gli assessori di Cosimo Annunziata e il presidente del Consiglio comunale che si sono divisi in due liste. Quelli della minoranza consiliare hanno scelto una donna della maggioranza per formare l’alternativa all’altra donna scelta da Iaquinandi e company. Non c’è nessun segno di discontinuità. Ed è proprio qui che i cittadini talvolta indirizzano il proprio voto. Negli ultimi anni, anche a livello nazionale, gli elettori puntano ad una alternanza di schieramenti politici forse proprio per creare discontinuità per le tante questioni che restano insolute. Eppure a San Marzano si sceglie la continuità, quella con la “competenza ed esperienza” e con l’impegno concreto di mantenere la promessa. Silenziosi anche gli outsider. La docente universitaria e l’esperto di finanza sembrano aver già alzato bandiera bianca. C’è sempre chi si esprime offendendo e chi non si esprime proprio. E mi chiedo: forse questo silenzio (senza alzare i toni, ndr) è l’anticamera della rassegnazione e della sconfitta della politica e dei marzanesi?
Raimondo Aufiero