Concorsone Campania, 500 idonei in riserva a rischio esclusione

“Speciale trattamento di favore per i lavoratori già dipendenti pubblici e privati”

La denuncia dei 500 esclusi non è passata inosservata, i famosi 2500 tirocinanti, propagandati dai vertici regionali, sono circa 2000, altri 500 potrebbero rimanere a casa con un pugno di mosche in mano. “Senza vigilanza e controlli – affermano gli esclusi – si rischia di agevolare i soliti furbetti lasciando a casa precari e disoccupati, destinatari dei fondi europei”. È questo l’eventuale epilogo che preoccupa i partecipanti idonei, ma esclusi dai tirocini formativi. In una nota stampa gli esclusi hanno ampiamente dettagliato la vicenda: “Luci ed ombre per il Corso Concorso Regione Campania, fiore all’occhiello della campagna elettorale del governatore uscente Vincenzo De Luca, divenuto ormai un caso mediatico, suo malgrado.

A destare non poche perplessità è stato uno speciale trattamento di favore che sarebbe stato riservato ai cosiddetti “lavoratori”, dipendenti pubblici e privati che hanno superato le prime due prove del concorso e si sono posizionati utilmente in graduatoria per accedere alla fase di formazione e rafforzamento. Sul punto nulla quaestio. Tuttavia, la Regione, l’Anci Campania e la Formez PA parrebbero aver agevolato tali candidati ben oltre le previsioni del bando di concorso. Occorre precisare che nei concorsi pubblici viene solitamente prevista una riserva di posti per i già dipendenti, oppure vengono effettuate procedure interne per il passaggio di fascia. Cosa che non era assolutamente prevista né possibile nel caso del Concorsone Regione Campania, stante l’utilizzazione di risorse del Fondo Sociale Europeo per il finanziamento delle borse di studio. Infatti, obiettivo del FSE è investire sul capitale umano fornendo un sostegno ai disoccupati, ai giovani alla ricerca del loro primo impiego e con necessità di migliorare la propria formazione, alle persone a rischio di esclusione dal mercato del lavoro come le persone diversamente abili, migranti, minoranze etniche e soggetti appartenenti a gruppi svantaggiati, per migliorarne la condizione professionale e la qualità della vita, dunque, non certo avvantaggiare soggetti già occupati. Ciò vuol dire che ai candidati sopra citati sarebbe rimasta soltanto la strada del licenziamento al fine di poter proseguire l’iter concorsuale in coerenza con le finalità de Fondo Sociale Europeo. Invece, la Formez PA, la Regione Campania e l’Anci Campania si sarebbero appositamente attivate per favorire il proseguimento dell’iter dei “lavoratori” attraverso la pubblicazione di un regolamento ad hoc, circolari e FAQ lacunose e ambigue al punto da lasciare intendere che tali candidati avrebbero potuto usufruire dell’istituto dell’aspettativa o addirittura del part-time per partecipare alla fase di formazione e rafforzamento, consistente in un “training on the job” o, tradotto in italiano, un “tirocinio”. Tutto ciò per consentire agli stessi di proseguire il concorso senza rischi, in caso di mancato superamento delle prove successive, in sedi agevolate e finanche evitando di dover perdere una parte dello stipendio, in caso di trasformazione del contratto in part-time”. Si tratta, da quanto affermato, di una situazione molto ingarbugliata.

“Peccato che secondo l’ARAN (si veda l’Orientamento Applicativo del 01/02/2012 riferito al Comparto Funzioni Locali), – hanno evidenziato i partecipanti – l’ipotesi di concedere l’aspettativa per la partecipazione ad un tirocinio infra-concorsuale contrasti in modo evidente con la vigente disciplina in materia di incompatibilità contenuta nell’art.53 del D.Lgs.n.165/2001.Inoltre, i tirocinanti sono tenuti a firmare per accettazione il Codice di Comportamento previsto per i dipendenti dell’ente ospitante. Ma, principio generale sancito dalla nostra Costituzione per i dipendenti pubblici è l’obbligo di fedeltà ed esclusività nel rapporto di lavoro, per cui l’impegno a tempo pieno previsto dalla fase e formazione e rafforzamento risulta inconciliabile con qualsiasi altra attività lavorativa, men che meno con lo svolgimento di un’attività part-time. Pertanto, non ci sarebbero dubbi: chi non si è licenziato dovrebbe essere immediatamente escluso dal concorso per incompatibilità di fatto e di legge, facendo subentrare gli ulteriori idonei in graduatoria. Eppure, complice la pandemia, sono state previste per la fase di avvio dei tirocini modalità di formazione “asincrone” senza particolari vincoli di orario (volendo, anche a tarda sera cumulativamente).

Il rischio dietro l’angolo è che, a fronte delle mancate prese di posizione e di un regolamento che non rende esplicite le incompatibilità di legge, molti possano approfittare della situazione per lavorare in smart working ed effettuare contemporaneamente le prime fasi del tirocinio a distanza in maniera molto blanda (o perfino effettuare la formazione successivamente in giornate di ferie e congedi)”. Insomma, qualcosa sembra non essere stata oleata bene nel meccanismo di selezione ed organizzazione. “Addirittura – hanno concluso gli eslusi – i tirocini sono stati avviati alcuni giorni prima della pubblicazione del Regolamento della fase di formazione e rafforzamento da firmare per accettazione. Inutile dire che senza alcuna vigilanza e controllo è quasi scontato che i soliti “furbetti” approfittino di un quadro così fumoso. Cosa succederebbe se la Regione Campania, l’Anci Campania e la Formez PA si attivassero in ritardo e scoprissero dopo due mesi che c’è stato un workersgate nel proprio concorso? A quel punto il danno sarebbe duplice: da un lato, dei giovani avrebbero perso definitivamente una legittima chance per l’intempestività dei controlli, dall’altro verrebbero sprecate ulteriori posizioni utili. Insomma, i famosi “2.500 al lavoro” sbandierati dal Presidente De Luca (che in realtà sono circa 2.000 e al momento svolgono formazione da casa all’orario che ritengono più comodo) verrebbero inevitabilmente ridimensionati, senza tener conto delle potenziali ulteriori esclusioni degli ammessi in via cautelare. Diversamente, in assenza di controlli a tappeto, non ci sarà alcun miracolo campano. Resteranno i sei milioni di euro spesi per selezionare meno persone dei posti banditi ed i “soliti ignoti” ad approfittare delle inefficienze della PA per continuare ad esserne il volto peggiore, lasciando a casa diverse centinaia di idonei, ormai ostaggio di promesse senza alcun riscontro nei fatti”.

Giuseppe Colamonaco

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