Residenti sul piede di guerra
Gli impianti di biogas della frazione Foce continuano a causare grande disagio per i residenti della zona. L’emissione di miasmi sta condizionando notevolmente la vita della comunità locale che, proprio per queste esalazioni, ha chiesto ulteriori e maggiori accertamenti. Il Comune di Sarno, rispetto al problema, nel 2016 aveva provveduto all’analisi dell’aria nei pressi dell’impianto, tramite il Cnr di Bologna, spendendo la cifra di 38mila euro. I risultati, resi pubblici ad agosto del 2019, anche attraverso gli organi di informazione, hanno evidenziato la presenza nell’area in questione di metalli pesanti. La relazione, intitolata “Studio di qualità dell’aria a Sarno”, prodotta dall’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima Sedi di Lecce e Bologna CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche e dall’Istituto per la Dinamica dei Processi Ambientali Sede di Venezia CNR – Consiglio Nazionale delle Ricerche, vede una corposa documentazione sullo stato dell’aria e dei luoghi, costituita da 56 pagine di grafici e numeri. Nelle conclusioni si legge che “l’analisi delle concentrazioni di CO e di ossidi di azoto (NO, NO2), la loro correlazione con la direzione e la velocità del vento ed il loro andamento orario medio mostrano che i livelli di tali inquinanti sono influenzati da sorgenti comuni di combustione. Prevalentemente il traffico veicolare, la combustione di biomasse (attività agricole e riscaldamento domestico) e, soprattutto per quanto riguarda NO, le emissioni dell’impianto di produzione e combustione di biogas”.
Inoltre, sono stati rilevati anche altri valori: dall’analisi della concentrazione di SO2, a quella della composizione chimica del PM2.5. “I risultati di questo studio conoscitivo – si legge nella relazione – possono anche essere un punto di partenza per ulteriori specifici approfondimenti relativi all’impatto delle sorgenti antropiche locali sulla qualità dell’aria. Nello specifico, è stato evidenziato un contributo ad alcuni gas ed un arricchimento di specifiche sostanze chimiche nel PM2.5 plausibilmente dovute all’impianto, pertanto si suggerisce che in futuri approfondimenti si analizzino le concentrazioni di ulteriori specie chimiche legate a questo tipo di emissione tra cui CH4 e H2S e composti odorigeni in quanto le emissioni odorigene possono essere fonte di disturbo per la popolazione residente come verificato anche durante questa campagna di misura. Inoltre, considerato che la combustione di biomasse è risultata la principale sorgente di PM2.5 ed anche una delle principali sorgenti per i gas di combustione (CO ed ossidi di azoto), potrebbe essere utile eseguire campagne di misura in periodo primaverile/estivo in cui questa sorgente avrà un minore impatto mancando la parte di riscaldamento domestico e potrebbe quindi essere ancora più evidenziabile il contributo dell’impianto di produzione e combustione di biogas”. Dopo quasi un anno dalla relazione del Cnr, la situazione sembra essere in una fase di stallo, una impasse che cittadini sperano venga presto sbloccata. La comunità sarnese, in particolare quella di Foce, chiede all’amministrazione comunale di impegnarsi di più e di dare concreto seguito alle promesse fatte. Al momento, secondo i sarnesi, tutti i buoni propositi sembrano essere finiti nel dimenticatoio.