Nel l’operazione dei carabinieri anche un camorrista e un carcerato
Da gennaio a giugno scorsi, compreso l’intero periodo di emergenza sanitaria Covid – 19, le stazioni carabinieri del comando provinciale di Salerno hanno verificato i requisiti previsti per la concessione del reddito di cittadinanza per coloro che hanno percepito il reddito di cittadinanza. Su un campione esaminato di oltre 2 000 percettori del sussidio, 86 non ne avevano diritto. In particolare, attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio con quelli forniti dai Comuni di residenza, sono state comprovate numerose irregolarità nelle procedure di dichiarazione del possesso dei requisiti soggettivi ed econometrici.
Tra le principali anomalie, quelle riferite ai seguenti soggetti:
– destinatari di misura cautelare personale;
– condannati con sentenza definitiva per reati per i quali è prevista la decadenza del reddito;
– detenuti e ricoverati in strutture a carico dello Stato;
– cittadini stranieri sprovvisti dei requisiti.
Numerose sono state le false attestazioni che hanno riguardato difformità circa l’indicazione della reale residenza, ossia di persone che l’hanno indicata presso un Comune diverso, al fine di omettere all’interno della prevista dichiarazione che i familiari percepivano altro reddito. Così come il caso di un giovane che aveva modificato fittiziamente l’indirizzo di residenza presso un’abitazione diversa, rivelatasi poi essere un esercizio commerciale adibito a “pescheria”. L’attività investigativa ha permesso d’interrompere l’indebita percezione del beneficio, oltre che ad un detenuto, anche a soggetti appartenenti alla criminalità organizzata: in un caso è stato infatti accertato che destinatario del reddito di cittadinanza è risultato essere un uomo condannato per “associazione di tipo mafioso”, per aver fatto parte di un sodalizio criminale operante nella Piana del Sele, già sottoposto alla misura di sicurezza della “libertà vigilata”. Sono state riscontrate irregolarità anche nei confronti di 19 cittadini stranieri che hanno beneficiato del reddito, sebbene non residenti sul territorio nazionale da almeno 10 anni, gli ultimi due dei quali avrebbero dovuto essere continuativi. Gli esiti delle attività sono stati quindi segnalati all’Autorità giudiziaria competente ed agli Uffici territoriali dell’Inps per l’interruzione dell’elargizione del sussidio e la ripetizione delle somme indebitamente percepite, che hanno prodotto un danno erariale di oltre 350.000 euro.