Pagani, scooter per disabili fuori uso: Barone chiede aiuto

Esaurite le batterie del mezzo, ma ci sono problemi per la riparazione

Vincenzo Barone non potrà più uscire da casa, il suo scooter ha le batterie esaurite. Il 58enne diversamente abile non potrà usare per l’esterno il suo mezzo che gli consente gli spostamenti in città. Purtroppo, l’usura delle batterie, ha condannato Enzo a rimanere in casa. L’uomo ha chiesto aiuto all’Asl per la sostituzione, ma ci sono dei problemi di ordine burocratico. A spiegarlo è lo stesso Barone: “Ieri pomeriggio, mentre ero in giro con il mio scooter per disabili, mi sono accorto che le batterie si sono usurate. Questo purtroppo da stamattina mi impedisce di poter uscire ed avere una vita sociale. Il primo pensiero è stato quello di recarmi all’ospedale Andrea Tortora di Pagani per farmi fare la richiesta delle nuove batterie dal fisiatra. Per mia sfortuna il dottore è in ferie e dovrebbe rientrare a settembre. Altra tegola sta nel fatto che mi sono recato alla Asl di Pagani per parlare con la responsabile dottoressa Attanasio che purtroppo non c’era. Tuttavia, ho chiesto lumi ad uno dei responsabili della riabilitazione che mi ha ricordato che tre anni fa quando mi è stato dato lo scooter, io avrei firmato una delibera in cui mi sarei assunto tutte le spese di riparazione o altro”.

È questo l’inghippo burocratico che non consentirebbe la sostituzione delle batterie da parte degli organi preposti. “È vero – continua Barone – io ho apposto quella firma ma sotto ricatto, altrimenti non lo avrebbero dato il nuovo scooter ma non si può chiedere ad una persona che vive con la sola pensione di invalidità di accollarsi spese che spettano alla Asl. C’è da dire che la legge dice che ruote, batterie e riparazioni sono totalmente a carico della Asl. Da oggi non posso più uscire di casa perché mi viene impedito da chi dovrebbe assistermi. È una vergogna assoluta. Chiedo con il cuore l’aiuto di chiunque sia in grado di risolvere questo problema. Questa è l’Italia. Questa è l’assistenza Asl verso noi disabili. È poi ci chiamano “categorie protette” siamo solo una categoria abbandonata e succube di una indifferenza unica. Da oggi sono un recluso in casa”.

gc

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