“Dateci la possibilità di avere una vita più dignitosa”
Enzo Barone un diversamente abile di Pagani ha chiesto la sostituzione della propria carrozzina rotta, ma dovrà attendere i tempi della burocrazia per averne una nuova. A raccontare la vicenda è lo stesso Barone: “Ieri mattina, 3 maggio, mi sono recato al Cup di Pagani presso l’ospedale Andrea Tortora per prenotare una visita fisiatrica per richiedere una nuova sedia a rotelle. In sintesi ho una sedia a rotelle avuta dalla Asl tre anni fa. So che per averne una nuova devono passare 5 anni, ma in casi eccezionali se ne può richiedere una nuova per usura o altro e la mia non riesce più a sopportare il mio peso. Ieri l’impiegata del Cup mi ha chiesto di tornare stamattina (4 maggio, ndr) con la ricetta medica e far apporre il timbro dal Fisiatra. Così ho fatto, ma il medico mi ha negato l’autorizzazione a procedere, perché ha contestato l’impegnativa dicendo che era ambulatoriale, mentre serviva quella domiciliare”.
Un diniego che in prima battuta Enzo non è riuscito a comprendere, così è tornato al centro di prenotazione per sapere come risolvere il problema. “Ritorno al Cup – spiega il nostro amico – chiedendo perché non mi avevano detto ieri di cambiare la ricetta medica, poiché avrei potuto farlo già nel pomeriggio dal mio medico di base. L’impiegata del Cup mi risponde che l’impegnativa non era ambulatoriale perché portava la dicitura (urgente entro le 72 ore) e che il dottore poteva autorizzarla senza meno. Invece, ha negato l’autorizzazione chiedendomi di tornare con la ricetta nuova. Si è mostrato poco sensibile al fatto che per altri giorni dovrò fare a meno della sedia a rotelle non potendo usare neanche la mia oramai inservibile con tutte le conseguenze che ne derivano, essendo io disabile al 100%”.
Mentre il peso della burocrazia si è abbattuto come un uragano su Vincenzo, questi dovrà, purtoppo, attendere dei giorni per ricevere la nuova sedia a rotelle, con enorme difficoltà di movimento, poiché sprovvisto di una da usare provvisoriamente. “Io chiedo che la Asl di competenza – continua Barone – si attivi per snellire la burocrazia e indichi una corsia preferenziale per casi come questo. Non possono far quadrare il bilancio sulla pelle di noi invalidi, ne tantomeno trovare sempre cavilli burocratici. Io mi vergogno di appartenere ad uno Stato e ad una comunità che rimangono inermi di fronte a questi soprusi perpetrati a danno di chi vive già un disagio sulla propria pelle, dateci la possibilità di avere una vita più dignitosa e rispettate i nostri diritti. La disabilità non l’abbiamo scelta noi, aiutateci a viverla con maggiore dignità e più coscienza da parte vostra”.
gc