Nota del segretario Antonacchio della Cisl
“Pronuncia rivoluzionaria del Consiglio di Stato pubblicata in data 22/05/2020 che ha messo una pietra miliare sulla considerazione del lavoro precario ed ha aperto uno scenario nuovo che si riflette direttamente sui processi di stabilizzazione del personale precario, allargando la platea degli aventi diritto anche ai somministrati – afferma Pietro Antonacchio Segretario Generale della CISL FP di Salerno – Nel concreto la pronuncia non ha fatto altro che riconoscere al lavoro somministrato la caratteristica di contratto flessibile, equiparandolo alle altre forme individuate – lavoro a tempo determinato/collaborazioni coordinate/rapporti convenzionali e questo determina che molti lavoratori ancora precari possono vantare il diritto alla trasformazione dei contratti e porre fine alla propria condizione di precariato, aspetto che nell’ultimo periodo ha caratterizzato le forme di reclutamento anche in sanità. Nelle due aziende sanitarie salernitane sono circa un centinaio i lavoratori a cui è stato negato tale diritto in virtù di disposizioni regionali che sempre abbiamo contestato poiché illegittime rispetto a quanto nel concreto prevedevano leggi e disposizioni statali sulla materia. Nel dettaglio è stato legittimato tra le forme di contratti flessibili cui la pubblica Amministrazione può far ricorso, la somministrazione di lavoro a tempo determinato per espressa previsione dell’art. 36 del Dlgs n° 165, che ne stabilisce limiti e presupposti e rimesso in discussione l’esclusione di molti lavoratori che era motivata dal mancato riconoscimento del lavoro somministrato tra le tipologie di contratti flessibili, condizione ribaltata in maniera definitiva. Tra Asl e Azienda ospedaliero Universitaria di Salerno sono moltissimi i lavoratori interessati e per molti di essi tale riconoscimento oltre a determinare la possibilità della trasformazione dei contratti a tempo determinato in essere, per gli altri ancora in somministrazione le aziende dovranno garantire una riserva cosi come la legge prevede. Nel concreto – conclude Antonacchio – per molti dovranno essere rivalutate le istanze presentate per ottenere la stabilizzazione e per i concorsi banditi si dovrà prevedere una riserva, non da oggi in poi ma già da ieri per cui si auspica un immediato intervento per rimodulare i concorsi banditi che non l’hanno prevista. Che sia la volta buona che la regione capisca finalmente e che il Presidente lo imponga di mettere fine alla frammentazione delle procedure concorsuali in ogni singola azienda e si inizi una nuova era pervasa dal buon senso di cominciare a prevedere forme di reclutamento in concorsi unici ed aggregati come si fa in ogni altra parte del paese.
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