Simbolo che nasce da lontano, dall’epoca greco-romana ai giorni nostri
L’Italia Turrita, personificazione femminile dell’Italia con una corona a forma di torre, é uno dei simboli della tradizione italica. In occasione del 74mo anniversario della Festa della Repubblica Italiana, gli alunni del I circolo didattico di Mercato San Severino – plesso Don Salvatore Guadagno classi 5A e 5B, grazie all’insegnante Laura Bisogno, hanno realizzato un video sulla storia della corona a forma di torre (L’Italia Turrita), dedicato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e agli italiani tutti. Il Capo dello Stato, attraverso gli uffici della segreteria, ha risposto all’appello degli studenti, i quali gli invieranno due piccole statue rappresentanti proprio L’Italia Turrita. I modelli sono il risultato di uno studio, presentato attraverso un video, relativo alla corona a forma di torre. Le statue sono state realizzate a Nocera Superiore, presso il laboratorio di ceramica Giada.
La rappresentazione più calzante della donna con in testa la corona a forma di torre è quella di Cesare Ripa, che gli alunni hanno adottato per la realizzazione dei manufatti: “Una bellissima donna vestita d’Habito sontuoso, e ricco con un manto sopra, e siede sopra un globo, ha coronata la testa di torri, e di muraglie, con la destra mano tiene uno scettro, ovvero un’asta, che con l’uno, e con l’altra vien dimostrata nelle sopra dette Medaglie, e con la sinistra mano un cornucopia pieno di diversi frutti, e oltre ciò faremo anco, che habbia sopra la testa una bellissima stella. […]”. Il lavoro svolto, relativo al programma “Cittadinanza e Costituzione”, ha ricevuto l’encomio da parte del Presidente Mattarella. In virtù di questo elaborato, gli studenti hanno chiesto di inserire sul sito web del Quirinale, il simbolo dell’Italia Turrita, in quanto memoria storica del Paese e segno antichissimo. Anche i sindaci, Antonio Somma di Mercato San Severino e Giovanni Maria Cuofano di Nocera Superiore, che hanno patrocinato il progetto, saranno omaggiati dei modelli statuari dell’Italia Turrita. Della donna con la corona a forma di torre sulla testa, della quale hanno scritto Dante, Petrarca, Boccalini, Tassoni, Campanella, Ripa ed altri ancora, c’è traccia ovunque. È comparsa sulla scheda elettorale del referendum del 2 e 3 giugno del 1946, è presente negli stemmi dei Comuni italiani, sulla carta d’identità, nella stella dello stemma della Repubblica Italiana, e alcuni anni fa su monete e francobolli. Ha però una storia antichissima, come raccontato dagli studenti nel loro video. Arriva dalla Grecia e la prima traccia la ritroviamo a Corfinium, nel 91 A.C., antica città romana della provincia de L’Aquila, con la prima personificazione allegorica a cui fu associato il nome “Italia”, al tempo circolavano monete con figura femminile e corona di alloro. Nel 200 A.C. la donna turrita viene rappresentata con la dea Cibele, la corona e la cornucopia, divennero i simboli della civitas romana. Dal 476 D.C., il simbolo, con la caduta dell’Impero romano d’occcidente, scompare dell’immaginario collettivo. La corona turrita ricompare nell’età comunale e nel 1494 la figura allegorica, si adatta alle vicende politiche della penisola, in particolare durante il dominio spagnolo. Forte è la sua presenza nella letteratura e nei dipinti, da Dante a Cola Di Rienzo in Campidoglio. Nel 1603 è ripresa nelle parole di Cesare Ripa e nel 1797 si arricchisce del tricolore italiano, il suo mantello si colora di verde, bianco e rosso. Agli inizi dell’800 l’Italia Turrita diventa il simbolo dell’unità nazionale e dal 1900 la ritroviamo dappertutto. Gli elementi caratterizzati della donna che da secoli rappresenta la storia italiana sono 8: la corona turrita, la stella a 5 punte, la cornucopia, il mantello, il globo, lo scettro, la spada e l’alloro. Ognuno ha uno specifico significato, che va dal potere sulle altre nazioni, alla fertilità della propria terra. Nel video, gli alunni del I circolo di Mercato San Severino, raccontano tutto questo, con fatti storici ed immagini, grazie anche all’introduzione del robot Teotronico di Matteo Suzzi di Bologna. I maestri Domenico Longo Maiorano e Mario Alfano hanno invece contribuito alla parte musicale. Il lavoro svolto é stato approvato dalla dirigente scolastica del I circolo sanseverinese, professoressa Laura Teodosio, ideato, condotto e realizzato, invece, dalla professoressa Laura Bisogno.
Giuseppe Colamonaco