Viviamo Pagani, il consigliere Barile: “Dimettiamoci”

Intervento del consigliere di minoranza

“Una posizione chiara quella che ho portato avanti in consiglio comunale, condivisa dalla lista Viviamo Pagani, in un momento di grande confusione, ma soprattutto di grande difficoltà e disagio per tutti. Ritengo che, ancora una volta, il consiglio comunale abbia offerto alla città uno spettacolo pessimo, svilente, della politica e del ruolo che ciascuno di noi ricopre. Accuse, denunce, litigi. Nulla a che vedere con argomenti utili alla collettività fatta salva la importante  proroga concessa ai dipendenti della Pagani Servizi e sulla quale abbiamo espresso voto favorevole. Se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, ieri Pagani ha potuto rendersi davvero conto di quale sembra essere stato il collante di questa ormai ex maggioranza. Hanno parlato di nomine, di tirocini, di “spartizione di potere”. Io per primo ho provato disgusto nel pensare che mentre c’era chi si accapigliava sul “chi ha avuto cosa” fuori a quell’auditorium c’è una città che muore, ci sono dei cittadini che avrebbero avuto bisogno di un governo stabile che potesse essere da guida in un momento in cui tanti concittadini non sono certi di poter garantire il pasto ai propri figli. Oggi c’è un sindaco decaduto, un facente funzioni dimessosi, un dissesto in corso ed un commissario al quale è stato affidato la guida della città fino a nuove elezioni, e tanto, tanto odio tra chi solo ieri si dichiarava amore eterno. Un ruolo tecnico, quello del commissario, che lo porta a ragionare solo sui numeri, su scelte guidate  esclusivamente dalla economicità. 

Un ruolo che non gli permette di scegliere per quello che potrebbe servire, ma per ciò che fa spendere di meno. Per questo e per tanti altri motivi e soprattutto perché, alla luce di quanto detto, è impossibile esercitare il ruolo di consigliere comunale, ho chiesto durante la scorsa seduta di dimetterci in massa. Non ha senso sedere in un emiciclo dove non si può più lavorare per Pagani, dove le scelte non possono essere dettate dalle esigenze della collettività, ma da meri calcoli economici. Dove vale “il più e il meno del bilancio” e non il bisogno del singolo cittadino. Purtroppo, di nuovo, le questioni giuridiche e amministrative di alcuni hanno determinato il fallimento di un’amministrazione che ha spento tutte le luci di una città che ora brancola nel buio e nella paura. Rinnovo, quindi, l’invito a tutti i consiglieri comunali di opposizione in primis, ma anche di maggioranza. Dimettiamoci. Bisogna avere il coraggio di decretare la fine di un consiglio comunale che di fatto non può esercitare più il suo ruolo”.

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