Scuole private, il comitato campano Sic propone il modello ibrido per la riapertura 

Il comitato torna a scrivere alla Regione

Il comitato Sic, servizi educativi privati, ha lanciato la proposta di un modello ibrido dei servizi educativi da 0 a 6 anni relativamente alla riapertura delle attività didattiche. “Sono ormai trascorsi due mesi dalla chiusura delle scuole – scrive il Sic –  in seguito all’emergenza sanitaria per Covid.19. Il Comitato Servizi Educativi Privati SIC torna a scrivere alla Regione Campania per sollecitare un celere intervento economico volto a sostenere le strutture private ormai al collasso e per proporre un modello organizzativo per la ripartenza. Il SIC rappresenta i servizi educativi per la fascia 0/6 e racchiude al suo interno oltre 400 strutture che, non percependo più le rette dalle famiglie, si trovano nell’impossibilità di sostenere le spese di gestione al momento purtroppo ancora in essere o soltanto rimandate, canoni di locazione, utenze, tasse e contributi per i dipendenti. In questi due lunghi mesi di inattività in presenza, il Sic ha studiato ogni singolo decreto dal punto di vista economico e sanitario avanzando delle proposte concrete per sollecitare le Istituzioni competenti a fornire aiuti concreti, certo di essere un settore fondamentale e di supporto nel sistema scolastico nazionale. Abbiamo individuato gli interventi in modo mirato: Contributo a fondo perduto a sostegno dei servizi educativi all’infanzia privati pari al 50% del fatturato mensile dell’anno 2019 e per l’intero periodo di chiusura; Contributo a fondo perduto per i canoni di locazione da marzo a dicembre 2020 e/o estensione del credito d’imposta per tutte le categorie catastali; Detraibilità integrale delle rette versate dalle famiglie per la scuola dell’infanzia; Sgravio contributi dipendenti per l’intero anno scolastico 2020/2021; Sgravio fiscale delle tasse relative al saldo 2020 ed all’acconto 2021, nonché di tutti gli adempimenti fiscali previsti dalla normativa; Deatraibilità del 100% dei costi per adeguamento ai protocolli sanitari anti Covid-19. Tuttavia il Sic va oltre e, senza pretendere un assistenzialismo ad oltranza, punta ad individuare delle proposte per la riapertura, in ottemperanza alle indicazioni che arriveranno dalle Istituzioni. Tutti noi abbiamo il bisogno di “riappropiarci” del nostro lavoro per necessità personali e per salvaguardare il patto educativo sottoscritto con le famiglie, ma in primis sentiamo la necessità di rimettere in moto la nostra missione educativa e pedagogica a sostegno dei più piccoli. Siamo partiti da una riflessione e una consapevolezza di base: il distanziamento sociale con i bambini rientranti nella fascia 0/6 non è possibile. Questa consapevolezza si fonda su concetti teorici di letteratura pedagogica, secondo i quali i bambini in età prescolare siano prevalentemente creature non verbali, ovvero il loro rapporto con il mondo avviene attraverso il corpo.  Di conseguenza le proposte per la riapertura devono necessariamente partire da un sistema di screening a cui sottoporre personale, bambini e genitori che ci consente di abbattere la necessità di distanziamento sociale. In questi giorni, inoltre, si ipotizzano proposte basate esclusivamente su l’utilizzo degli spazi esterni. Per il Sic tali proposte risultano non percorribili sia perché le nostre scuole sono pensate ed organizzate in forme interconnesse per favorire interazione, esplorazione, comunicazione e conquista dell’autonomia, sia perché nei mesi estivi è impensabile l’ipotesi di far trascorrere più ore all’esterno a bambini che rientrano in una fascia d’età così delicata, basti pensare ai danni provocati dalla continua esposizione al sole, alle variazioni metereologiche, alla presenza di insetti; oltre la necessità di dover svolgere solo all’interno della struttura alcune attività per soddisfare i bisogni primari dei bambini ( ad es. cambio del pannolino, riposino pomeridiano). Il SIC lancia quindi la proposta di un modello ibrido che prevede l’utilizzo sia dell’outdoor che dell’indoor. I bambini verranno divisi in gruppi e affidati all’educatore che si preoccuperà di indossare tutti gli strumenti necessari ad evitare la diffusione del contagio. Tutto ciò ovviamente comporterà un cambiamento organizzativo delle strutture e un impiego di maggior personale, costi che comunque dovranno essere supportati da un intervento economico studiato per il nostro settore. Il nostro modello ibrido vuole mettere in evidenza che le strutture campane private sono già concepite ed organizzate per rispettare stretti protocolli di igiene e sicurezza, oltre ad essere già rispettose delle norme in termini di metratura interna ed esterna (10 mq a bambino solo in Campania), caratteristiche che ci rendono già pronte, seppur con ulteriori ed eventuali adeguamenti, a garantire la sicurezza degli utenti, grandi e piccini. Il SIC non intende assolutamente forzare o suggerire un “quando” per la ripartenza. Questa decisione spetta agli organi competenti e al Comitato tecnico scientifico. Vuole viceversa, ancora una volta sottolineare la volontà e il desiderio di esistere come settore, condizione che dipenderà esclusivamente dagli aiuti economici necessari”.

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