Operazione della guardia di finanza di Napoli che ha sgominato un raggiro che partiva dalla Cina e dalla Turchia e finiva in Italia e altri paesi europei, attraverso le basi illegali in Campania. Capi venduti in negozi griffati e online
Scarpe e capi di abbigliamento abilmente contraffatti provenivano rispettivamente dalla Cina e dalla Turchia e poi venivano immessi sul mercato o attraverso alcuni negozi – dove finivano esposti e venduti accanto a capi originali – o con una rete online. Al termine di una indagine durata quasi un anno, coordinata dalla Dda della Procura di Napoli e condotta dai militari del Comando provinciale di Napoli, quattro persone sono finite ai domiciliari. Per altre due è scattato invece l’obbligo di dimora fuori dalla Regione Campania mente altre quattro hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. I destinatari dei provvedimenti emessi dal gip del Tribunale di Napoli sono indiziati, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla produzione e alla commercializzazione di prodotti contraffatti, frode nell’esercizio del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci e ricettazione. Secondo quanto accertato dai militari del Nucleo tutela Mercato beni e servizi della Gdf di Napoli, coordinati dal tenente colonnello Danilo Toma, la merce abilmente contraffatta sarebbe stata poi rivenduta tra Napoli, Bologna, Caserta, Salerno e Roma.
LA CENTRALE A NOCERA. A Nocera Inferiore sarebbe stato allestito un call center che provvedeva anche alla vendita online all’estero a ignari acquirenti residenti in Germania, Slovenia, Francia, Grecia e Danimarca. I prodotti, identici agli originali, venivano commercializzati in negozi e outlet multi brand (unendoli ad articoli genuini), ovvero venduti online, truffando in tal modo gli ignari consumatori sia in Italia che all’estero. Per l’approvvigionamento della merce dall’estero l’associazione poteva disporre di un diretto referente, stabilmente domiciliato a Istanbul, da dove curava i rapporti con i fornitori di quel Paese, oramai divenuto punto di riferimento internazionale per il rifornimento di capi contraffatti. Per il commercio via internet, l’associazione poteva contare su una sede operativa in Nocera Inferiore dove disponeva di uffici attrezzati con strumenti informatici, un vero e proprio call center per i contatti telefonici con i clienti e un annesso deposito e show-room, da dove veniva gestito il traffico di abbigliamento e accessori contraffatti, venduti in Italia e all’estero attraverso un apposito sito internet, sfruttando piattaforme di vendita di prodotti online. Tra i destinatari dei provvedimenti emessi dalla magistratura vi sono anche alcuni commerciati ad dettaglio che dopo essersi riforniti dei prodotti contraffatti li rivendevano insieme a quelli regolari.