Nocera, l’infermiera Tiziana racconta la sua esperienza covid

Ieri in occasione della giornata internazionale dell’infermiere

Tiziana Apicella, infermiera di Nocera Inferiore, ieri in occasione della giornata internazionale dell’infermiere, ha voluto raccontare la sua esperienza trascorsa in un reparto di terapia intensiva per il Covid-19. “Oggi si conclude la mia esperienza nel reparto di rianimazione covid.- ha scritto Tiziana – Quando mi è stato comunicato che “sarebbe toccato anche a me” mi sono disperata, ho pianto. In tv non si faceva altro che parlare di morte, con picchi giornalieri di 1000 decessi. Terrore assoluto. A questo si aggiungeva la mancanza di esperienza in un modo a parte come la rianimazione, il doversi calare in un gruppo nuovo e soprattutto il doversi isolare più possibile dopo 10 giorni di convivenza. Passati i primi giorni, è andata meglio. E non potete limitarvi a dirci “è il vostro lavoro” perché non sei preparato ad una cosa del genere, perché non ci avremmo creduto nemmeno se ci avessero giurato che sarebbe successo”. Il messaggio pubblicato sul proprio profilo di Facebook, intriso di un ricordo lavorativo che resterà indelebile, ben rappresenta il ruolo ricoperto da Tiziana, e dai tanti operatori sanitari, durante la critica fase emergenziale del Coronavirus. Il rapporto con i pazienti, nel messaggio, sono uno dei punti drammatici e commoventi del racconto: “Ho visto persone morire, da sole, inconsapevoli di quello che stesse succedendo. Ho versato lacrime di commozione vedendo finalmente sveglia una paziente, vedendo i suoi miglioramenti giorno dopo giorno, è stato un cammino per lei e per tutti noi e non lo dimenticheremo mai. È stato un periodo in cui la parola d’ordine è stata “stress”, ci sono colleghi costretti a dover ricorrere allo psicologo, c’è chi non torna a casa da mesi, chi non da un bacio ad un nipote e piange anche solo pensandoci. E vi assicuro che fanno tanto male anche quei segni visibili all’esterno dovuti a tutto ciò, come si può vedere nella foto. Queste cose ve le dico perché vorrei ricordarvi che siamo esseri umani anche noi e che il vostro senso di responsabilità pesa fortemente sulla vita di tante persone, non solo sulla vostra”.

L’infermiera, grande tifosa della Nocerina, ha salutato i suoi compagni di viaggio, persone che, come lei, hanno vissuto un momento storico importante per l’umanità: “Detto questo vorrei ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine in questo momento, anche solo con un messaggio. Grazie agli amici, grazie alla mia famiglia che non mi ha mai trasmesso preoccupazione pur non dormendo la notte pensando a quello che stavo vivendo, grazie alla mia caposala Cristina Chiarelli, Antonio De Cesare e al mio primario che mi hanno sostenuta e hanno sopportato i miei sfoghi.  Grazie ai nuovi colleghi della rianimazione, una parte dei quali spero di continuare a vedere e sentire. Infinitamente grazie a Gennaro Di Vuolo, senza il quale sarebbe stato tutto tremendamente più difficile. Ha sopportato, supportato senza battere ciglio. Grazie ai miei colleghi dell’ortotrauma che mi hanno sostenuta sempre e che mi hanno accolta di nuovo tra loro con un affetto che riempie il cuore di gioia. Grazie a tutti per essere stati rispettosi delle regole, vi prego di continuare. Spero di non dover tornare indietro perché vorrà dire che vi siete comportati bene! Torno a casa, torno in ortotrauma. Anche noi iniziamo, per quel che si può, la fase 2. Non si abbassa la guardia! Buona giornata internazionale dell’infermiere a tutti noi, con la speranza che vada davvero tutto bene! Operatori sanitari patrimonio dell’umanità”.

Giuseppe Colamonaco

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