Il caso
Parrucchieri ed estetiste hanno continuato a lavorare indisturbati, in barba alle tante attività commerciali del settore chiuse dal lockdown. Il lavoro è stato svolto a domicilio, in particolare nella fase 2. Proprio alcuni giorni fa, diversi titolari di negozi, avevano manifestato questa anomalia, chiedendo più controlli da parte degli organi preposti. Purtroppo, nonostante la veemenza protesta, il fenomeno non si è fermato. Eppure il controllo era molto semplice da fare, bastava individuare i borsoni a tracolla che tali addetti portavano con sé. Prossimamente gli esercenti del settore potranno riavviare le proprie attività, non prive di difficoltà, viste le normative sulla sicurezza da seguire.
E mentre loro dovranno attenersi scrupolosamente alle regole, i loro concorrenti a domicilio, potrebbero continuare senza soluzione di continuità. Una disparità che mette in luce un problema, al di là del Coronavirus, vecchio, specialmente per il fatto che molti di questi operatori a domicilio, sono privi di partita Iva. Intanto, durante le attività sospese del settore, hanno guadagnato, mettendo a rischio anche la salute pubblica. Quindi, al di là della concorrenza sleale, va sottolineato il potenziale rischio di contagio che si è corso e che potrebbe non essere del tutto annullato.
gc