In un contesto così delicato, non possiamo dimenticare che stiamo vivendo due emergenze interconnesse: quella sanitaria e quella economica
Tutti conosciamo o possiamo anche solo immaginare i danni che il Covid 19 ha portato in termini di impatto economico nei vari settori, soprattutto quando consideriamo piccoli commercianti locali, che già abitualmente si trovano a dover combattere la concorrenza dei grandi centri di distribuzione, recentemente messi ulteriormente in ginocchio dal lockdown. La fase due, iniziata da qualche giorno, racchiude in sé tante speranze tra le quali anche quella di una pronta ripresa economica. L’economia deve ripartire soprattutto dalle città, dai comuni, che sono il luogo più avanzato per il rilancio del paese, è necessario evitare che questi entrino nella spirale della recessione. Incentivare l’economia locale sarebbe possibile partendo da gesti piccoli e quotidiani, evitando ad esempio le grandi catene distributive ed acquistando dalle piccole botteghe e negozi delle proprie città.
La festa della mamma arriva quasi in coincidenza con la lenta ripartenza della fase due e con la progressiva riapertura dei cimiteri nelle varie città dell’agro. Quale migliore regalo se non un fiore? Un’esplosione di colori e di profumi capace di allontanare anche solo per un secondo il grigiore di questi giorni terribilmente tristi. Un gesto semplice ma non scontato, che appare non soltanto come una silenziosa carezza verso le regine delle nostre case, le mamme, ma sarebbe sicuramente un grande apporto per la ripresa economica dei vivai e fiorai locali. La riapertura dei cimiteri rappresenta una buona notizia che ci consente di ricongiungerci con i nostri cari volati via, un’occasione che vale tanto in questo momento così difficile e che diviene ancora più preziosa in occasione della festa della mamma, nei giorni precedenti o successivi, per poter lasciare un fiore anche lì, dove è sepolta una parte del nostro cuore. Perché, come diceva Fabrizio Caramagna – un fiore che sboccia ci ricorda che il mondo non è ancora stanco dei colori.
Lucia Zaira Dolgetta