Fonderie Pisano, intervento del comitato “Salute e vita”

Inspiegabile e grave depotenziamento dei controlli e delle centraline ARPAC nell’area Fonderie Pisano-Valle dell’Irno. Contraddizioni e mancanze, ARPAC e Regione Campania facciano chiarezza!

Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” esprimono profonda delusione e disappunto per le modalità con cui l’ARPAC sta eseguendo l’attività di monitoraggio della qualità dell’aria nella zona di Fratte. Si precisa che il lavoro di sintesi dei dati ambientali oggetto della presente comunicazione sono disponibili sul sito dell’Ente Regionale ai link:

https://www.arpacampania.it/web/guest/782
http://www.arpacampania.it/web/guest/55

http://www.arpacampania.it/web/guest/1099

Esaminando tali dati emergono delle negligenze che si fa fatica a non inquadrare in un disegno più ampio a regia della Regione Campania a sostegno della prosecuzione delle attività della Fonderia Pisano e di fatto a danno della Salute della popolazione. In particolare si segnala che entrambe le centraline di campionamento dell’aria presenti a Fratte sono state depotenziate proprio dopo che la stessa ARPAC definiva “esiziali”, ovvero mortali, le conseguenze dell’impatto della fonderia sulla salute della popolazione, e sulla base di tali rilevazioni assolutamente incomplete si è arrivati a una nuova Conferenza dei Servizi che ha visto la Regione Campania rinnovare vergognosamente e inspiegabilmente l’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). Si denuncia infatti che le centraline acquisiscono da più tempo solo parzialmente i dati, cioè solo alcuni inquinanti presenti in atmosfera. La centralina di Via Conti dalla fine del 2018 non acquisisce i dati relativi alle PM10, e anche quelli relativi alle PM2.5 non sono sempre presenti sul sito ARPAC. E difatti, nella tabella riepilogativa sulle medie e gli sforamenti annuali non sono disponibili né i dati sui giorni di superamento che quelli della media annua relativi alle PM10. Si rileva inoltre la mancanza dei dati sulle ore di superamento soglia del monossido di Carbonio (CO, altamente tossico, ma assolutamente privo di odore e colore), mentre spicca lo sforamento del biossido di Azoto (NO2) su media annua. Relativamente ai rilievi sul CO, ricordiamo come nel 2016 nell’ambito dei rilievi della TASK FORCE ARPAC i campionamenti delle emissioni dal camino E1 dello stabilimento durante il processo di fusione (Regione Campania Prot. N°2016.0332233 del 16/05/2016) dimostrarono come i valori di CO non solo superavano di oltre 10 volte quanto previsto dalla normativa, ma erano addirittura superiori al range massimo di misura della strumentazione in dotazione all’ARPAC, al punto che nella relazione si legge che “l’entità dei valori di CO, riscontrati nel corso del campionamenti del 12.4.2016 e 19.4.2016, notevolmente eccedenti i limiti previsto e caratterizzati da numerosi “over range” costituiscono, come suggerito dal Dott. Fabio Pescatore Responsabile Tecnico della STA (fornitrice Horiba), un potenziale pericolo per gli operatori e una minaccia per l’integrità della strumentazione”. Per quanto riguarda gli superamenti delle soglie di biossido di Azoto su media annuale rilevati dalla centralina di via Conti, come già fatto presente all’amministrazione comunale di Salerno nell’Agosto 2019, questi evidenziano un inquinamento da NO2 radicato e strutturale che non stupisce in quanto sull’area di Fratte insiste un vetusto impianto di seconda fusione e perchè, come si legge sul sito dell’ARPAT, “Il biossido di azoto è un inquinante principale che si forma nei processi di combustione”. Nel caso della centralina mobile invece, ubicata in prossimità della fonderia, il monitoraggio delle PM2.5 è fermo al 2019. Si fa notare che peraltro per questa centralina non sono disponibili i dati “raw” orari, come per le altre centraline mobili dislocate in Campania, ma soltanto i dati già elaborati dall’Ente, rendendo impossibile mettere in diretta correlazione eventuali sforamenti delle soglie con il ciclo produttivo della Pisano.
[leggianche]

Eppure, come si legge nella sentenza del TAR del Novembre 2018, la stessa Agenzia Regionale nella sua relazione del 4 ottobre 2018 (prot. n. 56660) affermava la sussistenza di pericolo di danno all’ambiente per la violazione parziale delle BAT nn. 2, 4, 7, 11, 14, 23, 27 e 34, ma con particolare riferimento alla BAT n. 27, e alla salute dei dipendenti e delle “popolazioni viciniori” per la violazione delle BAT nn. 7 e 34; che la mancata applicazione della BAT n. 7 (ossia, “insufficiente captazione dell’aria esausta all’interno dei luoghi di lavoro”) “influisce in modo esiziale (“mortale” o “pregiudica irrimediabilmente la salute”) sulla salute degli stessi [cioè dei lavoratori]”; e comporta “un probabile nocumento sulla salute delle popolazioni viciniori”. Visti gli esiti dei sopralluoghi e dei rilievi cui si riferisce tale relazione dell’ARPAC ci si sarebbe aspettato che l’Ente vigilasse con ancora maggiore attenzione ed eseguisse campionamenti ancora più puntali per poter monitorare l’impatto della Fonderia sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Tuttavia ancora una volta questo non è avvenuto. Si ricorda con amarezza che 5 funzionari e 3 dirigenti dell’ARPAC di Salerno sono stati rinviati a giudizio e si sta svolgendo il processo per i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico per aver alterato i dati delle ispezioni svolte all’interno della Fonderia Pisano. Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” auspicano in primis che la Regione Campania emani nuovamente e al più presto un nuovo provvedimento di sospensione che non lasci spazio ad alcuna ambiguità e che politica e istituzioni si adoperino per chiudere il mostro di Fratte e prendano in carico i lavoratori. Nelle prossime settimane continueremo a rendere pubbliche una serie di gravi omissioni la cui responsabilità è in capo soprattutto alla Regione Campania, in primis il Presidente De Luca e il Vicepresidente e Assessore all’Ambiente Bonavitacola. Annunciamo fin da ora che qualora i nostri sospetti dovessero essere confermati sulla base della documentazione di cui abbiamo fatto richiesta di accesso agli atti, procederemo a depositare denuncia querela alla Procura della Repubblica nei confronti della Regione Campania.

loading ads