Dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte ad oggi, nessuna soluzione dopo 200 anni
I confini contesi tra Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino potrebbero essere discussi dopo l’11 maggio. Il giudice del Tar della Campania, sezione di Salerno, Pierangelo Sorrentino, con atto monocratico, ha rinviato il tutto per il 22 aprile in camera di consiglio. Purtroppo, visto che sono stati sospesi i termini processuali dalle recenti disposizioni governative sino all’11 maggio, il contenzioso tra i Comuni di Pagani e Sant’Egidio del Monte Albino, potrebbe saltare ed essere ulteriormente rinviato. La vicenda vede ancora in essere la contesa di alcune strade di confine tra i due Comuni dell’Agro, nonostante il recente provvedimento varato in consiglio dalla Provincia di Salerno. Proprio su questa deliberazione Palazzo San Carlo si é opposto, adducendo alla risoluzione provinciale, motivi catastali. In effetti, il ricorrente, cioè Pagani, asserisce che la divisione della Provincia è superflua, poiché esistente già quella catastale.
La zona contestata tra le due municipalità ha radici antiche, risale a circa 200 anni fa, quanto era in vigore l’organizzazione amministrativa di Nocera de’ Pagani. Sciolta dall’arrivo dei francesi nel 1806, Nuceria Paganorum, vide la nascita nel comprensorio dei Comuni, un sistema amministrativo tipicamente gallico. E così, le Università della Nocera de’ Pagani, diventarono Comuni autonomi: Pagani (dall’unione di Barbazzano e Pagani) e Sant’Egidio del Monte Albino. In sostanza, il 18 ottobre del 1806, con la legge n. 211, del re di Napoli Giuseppe Bonaparte, dalla civitas Nuceria nacquero 5 Comuni: Nocera San Matteo (che associò le Università di San Matteo, Tre Casali e Sperandei), Nocera Corpo, Pagani, Sant’Egidio del Monte Albino e Corbara. Nel 1815, quando ritornarono sul trono napoletano i Borbone, nonostante la restaurazione del regno, con la fusione di quello di Napoli, con quello di Sicilia, in regno delle Due Sicilie, l’amministrazione Nuceria Paganorum non fu più ricostituita.
Giuseppe Colamonaco