I sindacati scrivono alle direzioni generali ed alla presidente della commissione Trasparenza della Regione Campania Ciarambino
Carmine Panico, delegato sindacale Cisl servizi appalti Andrea Tortora di Pagani, ha inviato una rischiesta al Capogruppo Valeria Ciarambino del M5s atta a sollecitare le direzioni generali dei presidi ospedalieri del territorio regionale, ad estendere l’esame sieriologico anche ai lavoratori dei servizi appaltati. Il sindacalista ha ricevuto, attraverso una mail, risposta dalla consigliera regionale. In relazione all’esecuzione dei test sierologici per il coronavirus al personale del servizio di pulizia, sanificazione e multiservizi, la Ciarambino ha rappresentato alle direzioni l’attuale stato di difficoltà. Le segnalazioni giunte alla consigliera regionale, riguardano la scarsità e l’inadeguatezza dei dpi, strumenti indispensabili per la sicurezza degli operatori al Coronavirus.
Nella missiva si legge: “Considerato che nei giorni scorsi sono emersi diversi casi di Covid-19, sia tra il personale sanitario che tra gli addetti alservizio di pulizie, si chiede di conoscere le iniziative poste in essere per vigilare e controllare che le società che forniscono i servizi esternalizzati (pulizia, vigilanza, ausiliarato, mensa etc) abbiano dotato tutti i lavoratori dei dpi previsti ed eseguano il test per la diagnosi, tenuto conto che le prestazioni lavorative sono svolte all’interno dei presidi ospedalieri”.
Una situazione su cui il delegato Carmine Panico ha manifestato un intervento urgente ed immediato. “Si chiede, altresì, – continua la presidente della I° Commissione Speciale per la Trasparenza della Regione Campania – se gli enti in indirizzo stiano valutando di procedere direttamente all’effettuazione di tali procedure di screening sui lavoratori dei servizi esternalizzati, visto l’interesso primario di scongiurare ogni fattore implementativo della trasmissione dell’infezione da Coronavirus tra tutto il personale che, a vario titolo, presta la propria opera all’interno delle strutture sanitarie, affinché non sia esso stesso involontario amplificatore di contagio”. I materiali di protezione sono le “armi” per rinforzare la prima linea, cioè tutti gli operatori che lavorano nelle strutture sanitarie ed ospedaliere, come affermato dal sindacalista Panico.
Giuseppe Colamonaco