Nidi e scuole d’infanzia private, parte da Nocera Inferiore la richiesta di aiuti a lungo termine

“Moriremo sotto il peso dei costi di gestione. Rappresentiamo il 65% del sistema scolastico”. Una questione nazionale

Katia Mascolo direttrice della scuola “La Bottega di Mastro Ciliegia” di Nocera Inferiore, insieme alle colleghe ed i colleghi del comitato Sic (Servizi per l’infanzia Campania Covid-19), referente per la Campania del comitato nazionale EduChiAmo, con sede in Lombardia, ha presentato al Governo, al ministro dell’Istruzione, all’Inps e alla Regione Campania, una richiesta di sostegno per il pagamento del servizio educativo delle strutture private e/o paritarie per i mesi di sospensione delle attività. Secondo il comitato gli interventi del Governo e della stessa Regione Campania non sono sufficienti, poiché sono solo una boccata di ossigeno, ma non stabiliscono un supporto a lungo termine. Tali scuole sono state contemplate dai recenti provvedimenti economici nazionali e regionali al pari di altre tipologie di imprese, senza interventi mirati.

In una delle lettere inviate agli organi preposti si legge: “E’ chiaro, ormai, che i tempi di questa emergenza sanitaria saranno molto più lunghi del prospettato, e strutture come le nostre, chiuse nella migliore delle ipotesi fino a settembre moriranno, sotto il peso dei costi fissi di gestione dal quale non possiamo esimerci. Peraltro, la nostra categoria, che a livello nazionale copre il 65% dell’intero sistema scolastico, è stata inserita nel calderone delle imprese, e non è stato dedicato un intervento mirato, come invece si è scelto di fare per i produttori di mozzarelle di bufala o per il settore florovivaistico. Nulla togliere a questi settori e a tutte le imprese esistenti, ma riteniamo che le nostre non siano solo imprese, ma costituiscano una parte fondante del sistema scolastico integrato, siamo una spalla molto grande e forte per la scuola pubblica, che, alla riapertura, si ritroverà ad assorbire un numero di bambini molto alto, per il quale non è pronta. Siamo stati chiusi insieme a tutte le altre scuole pubbliche, ma dalla chiusura nessuno ha più parlato di noi!”.

All’azione della dottoressa Mascolo, hanno aderito numerose realtà della Campania, del settore educativo privato, come Elisabetta Vozzella direttrice dell’asilo nido Il Bosco magico (Avellino), Rita Perna direttrice dell’asilo nido Le coccinelle (San Giorgio a Cremano) e Laura Arena direttrice dell’asilo nido Dimensione Bambino (Napoli): tutte colleghe del comitato Servizi per l’infanzia Campania Covid-19. In virtù delle problematiche evidenziate il comitato propone: contributi diretti a fondo perduto per il pagamento dei canoni di locazione, dovuti ai proprietari degli immobili, proporzionali alle rette non incassate, di qualsiasi categoria catastale , per tutti i mesi di chiusura obbligatoria a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19; annullamento e/o sospensione del pagamento delle utenze senza more o interessi; azzeramento della contribuzione per tutti i mesi di chiusura obbligatoria a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19; ampliamento della cassa integrazione a tutte le categorie che lavorano nel settore infanzia, per tutti i mesi di chiusura obbligatoria a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19; annullamento dei tributi comunali: tari, acqua, fogne, irap e ires per tutto il periodo di chiusura obbligatoria a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19; conversione dei voucher baby sitter, almeno per un 50% in rette per asilo nido e scuole dell’infanzia per tutto il 2020, tenuto conto dell’impossibilità di usufruire da parte di tutte le famiglie del servizio baby sitter in seguito all’attuazione delle misure di contenimento del contagio di cui all’art 1 comma 1 del decreto del presidente del consiglio dei ministri del 9 marzo 2020; conversione del “bonus nido” (che attualmente prevede un rimborso, in base ad Isee, di minimo euro 130 che l’Inps eroga a seguito della fatturazione rilasciata dal nido) in contributo economico da versare direttamente alla struttura ove il minore è iscritto. La questione è nazionale, e ad oggi, sono tante le scuole private che dovranno affrontare il problema, in attesa di aiuti strutturati per il lungo termine.

Giuseppe Colamonaco

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