Luigi Grimaldi. Proprietario del pappagallo spiega le sue ragioni

“Sono sempre stato rispettoso delle leggi. Ero nei 200 metri dell’abitazione”.

Con un post su Facebook, Grimaldi, che al lavoro collabora col suo pappagallo, alla Pet terapy, ha motivato la sua uscita, dovuta solo al benessere psicologico e fisico dell’animale.
Ecco cosa ha scritto:
“In un clima surreale di paura e d’incertezza, dove forse la legge si applica senza neppur comprenderne il principio, animale domestico é solo sinonimo di cane. Un Ara ararauna pappagallo di grandi dimensioni é trattato alla stregua di un cardellino da gabbia, pur avendo una grossa stazza con i suoi 90 cm ed una apertura alare di circa un metro e più. Come si può pensare di limitare la libertà ad un animale simile é pura follia. Eppure oggi sono incappato in due solerti carabinieri che mi hanno multato. Ma io cosciente del momento storico e mi sono attenuto alle disposizioni di legge ero nei duecento metri dalla mia abitazione e non ho potuto usufruire dello spazio aperto sotto casa, come si vede nel video di La Repubblica, solo perché è stato chiuso. E così per il benessere psicologico e fisico del mio animale domestico, tra l’altro abituato al volo all’aperto, mi sono allungato a piazza Annunziata, che fortunatamente rientra nei duecento metri dalla mia abitazione. Come da legge.

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So che non devo e non voglio avere contatti con altre persone. Io sono sempre stato rispettoso delle leggi. Ma oggi credo proprio che siamo arrivati all’assurdo. Con ciò non è mai intenzione colpevolizzare le forze dell’ordine, che capisco che si trovano a dover affrontare una mole di lavoro anormale, ma credo pure che abbiano interpretato male le disposizioni di legge. Se si può portare fuori i propri animali domestici certo é non per far far loro i bisogni, i quali possono esser fatti anche in un angolo del balcone su un vecchio giornale. In una grande e civile Nazione quale l’Italia il principio di base alle disposizioni di legge sicuramente sono volte a non tenere in cattività animali che per indole sono liberi. Liberi di sgambettare come i cani e liberi di volare come un uccello di più di un chilo di peso. Eppure oggi io sono stato multato e ammonito che alla seconda “infrazione” ne pagherei penalmente. Ciò vuol dire che devo regredire all’età della pietra ed il mio Dorian dovrei vederlo soffrire chiuso in un misero appartamento. Ma io non mi fermo qui. Sono intenzionato a chiedere l’aiuto della Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli), ma non per far il furbo. Se lo volessi andrei tutti i giorni a far la spesa. Oggi dal fruttivendolo domani al supermercato e dopodomani in farmacia. Non mi fermo perché ci tengo al benessere del mio animale di compagnia che tra l’altro è anche il mio partner di lavoro e collabora con un’associazione che si chiama vogliamo esagerare che operiamo come Pet terapia nelle case di cura ospedali carceri scuole ecc.. E non posso permettere che il mio Pappagallo subisca stress psicofisico”.

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