Da scrittore ambulante, come ama autodefinirsi a scrittore stanziale, da cultore della carta stampata a writer in versione digitale.
La metamorfosi di Roberto Ritondale è stata dettata dalla pandemia con la quale ha dovuto fare i conti anche il suo ultimo romanzo, “La città senza rughe” edito da BookRoad, finito di scrivere a novembre 2019 e bloccato dal Covid-19. Il giornalista e autore di romanzi di successo, ha dovuto “piegarsi” all’e-book, non tanto per la fretta di uscire ma, visto il contenuto profetico della sua storia, per evitare l’accusa di plagio rispetto ad una realtà che ha superato la fantasia. “Non amo il digitale, ma un po’ mi solleva la scelta dell’editore di rendere disponibile il libro” dice l’autore. “Con il passare del tempo temevo l’accusa di aver copiato la realtà, una realtà che ha tragicamente superato la fantasia”. Droni nel cielo che controllano i cittadini e anziani eliminati per motivi economici o lasciati morire in un ospizio-lager chiamato “vacuna”. La drammatica realtà al tempo del coronavirus? No, è lo scenario immaginato prima della pandemia nel quarto romanzo dello scrittore e giornalista salernitano Roberto Ritondale, disponibile su tutte le piattaforme online in eBook, ma non in versione cartacea.
Il romanzo è ambientato nel 2040. Dopo la guerra civile che ha frammentato l’Italia, una “iuventucrazia” illuminata governa la città-stato di Como.Per motivi estetici ed economici, il regime instaurato dai giovani costringe gli anziani a trascorrere i loro ultimi anni di vita in “vacuna”, un grande ospizio che in realtà è quasi un lager.Vacuna era la dea del riposo venerata dai Sabini ma in spagnolo vacuna significa anche vaccino, un’altra coincidenza con il tempo che stiamo vivendo. Nel lager finisce anche Etilla, la cara nonna del quindicenne Ezio, arrivata ormai al compimento dei fatidici settantacinque anni di età. Proprio la scomparsa di Etilla, però, spinge Ezio non soltanto a mettersi alla ricerca della nonna ma a unirsi a un gruppo di ragazzi per liberare gli anziani e riconquistare la libertà.” Ostacolati dalle violenze dei bulli e del regime, i ragazzi affrontano ogni rischio pur di salvare i propri nonni. Il libro si rivolge anche, se non soprattutto, a un pubblico di ragazzi. Non a caso l’autore campano è tornato al genere distopico, lo stesso “futurealismo” – come ama definirlo – già utilizzato per ‘Sotto un cielo di carta’, un romanzo presentato e letto in numerose scuole italiane. Roberto Ritondale è un redattore dell’Ansa, nato a Pagani (Salerno) il 9 ottobre 1965. Ha collaborato alla stesura di sceneggiature per il programma radiofonico La storia in giallo, andato in onda su Rai Radio3 nel 2004 e nel 2005. È autore di romanzi e racconti per importanti case editrice e con Leone Editore ha pubblicato Sotto un cielo di carta e Il sole tra le mani. Ha ricevuto venti riconoscimenti letterari. La città senza rughe è il suo romanzo d’esordio con BookRoad.
“Quando nella primavera del 2019 ho cominciato a scrivere il romanzo – spiega Ritondale – il mio intento era lanciare un grido di allarme: già prima della pandemia la nostra società mi sembrava incapace di coltivare la memoria, di preservare le generazioni che ci hanno preceduto. Non a caso come epigrafe avevo scelto una frase di Andrea Camilleri: ‘Il mondo non è più adatto per i vecchi, il mondo per come è concepito oggi, hic et nunc’. Un tema che ora è diventato drammaticamente attuale”. Il libro è una favola moderna, ricca di colpi di scena, capace di far sorridere e commuovere. Un romanzo che aiuta a riflettere anche sul bullismo e sul rapporto genitori-figli. Un libro, come sottolinea la casa editrice BookRoad, che “tra motti in latino, parallelismi con la storia d’Italia e riferimenti alla mitologia e alla scienza, può persino rivelarsi un testo divertente a sostegno della didattica tradizionale”. La Città senza rughe è stato anche il modo per Ritondale di elaborare il suo personale lutto, la perdita di sua madre avvenuta qualche anno prima. Il suo quarto romanzo anche in virtù di quel profondo legame con la madre anziana contiene un vero e proprio appello ai giovani affinché non disperdano e non rinuncino all’amore per i loro nonni e genitori anziani, un grido di dolore rispetto ad una società proiettata sempre di più verso un mondo senza rughe.
Luisa Trezza